B. Marco de Marchio da Montegallo, sac. O.F.M. (1425-1496)

marzo 19 , 2024
B. Marco de Marchio da Montegallo, sac. O.F.M. (1425-1496)

Beato Marco de Marchio da Montegallo

Sacerdote O.F.M.

Promotore dei "Monti di Pietà"

 

M

arco figlio del feudatario Chiaro de Marchio, nasce nel 1425 a Montegallo nei pressi di Ascoli Piceno, dove la sua famiglia si era ritirata per sfuggire alle feroci lotte delle opposte fazioni, che imperversavano in Ascoli.

Il padre comunque volle ritornare in città, per dare la possibilità di studiare a Marco, che in seguito passò alle Università di Perugia e di Bologna, dove si laureò in legge e in medicina. Tornato ad Ascoli esercitò per un certo tempo la professione di medico.

 

Nel 1451 per assecondare i voleri del padre sposò Chiara de’ Tibaldeschi di nobile famiglia, ma con la quale convisse castamente; l’anno successivo morì il padre e gli sposi, di comune intesa, scelsero la vita religiosa, lei entrando tra le clarisse del convento di S. Maria “delle donne” in Ascoli e lui tra i Francescani Osservanti. Questo fenomeno di sospensione del vincolo matrimoniale con successiva scelta di una vita consacrata per entrambi o a volte per uno solo dei coniugi, in quei secoli non era cosa rara e tante figure di eminente santità, furono il frutto di tale scelta.

 

Fece il noviziato a Fabriano, poi fu superiore a San Severino, sotto la guida del confratello e corregionale (S.) Giacomo da Monteprandone detto ‘della Marca’ che, insieme a (S.) Bernardino da Siena e (S.) Giovanni da Capestrano, costituivano gli alfieri dell’evangelizzazione del secolo XV e primi fautori dell’apostolato sociale.

 

Marco prese ad operare contro le due principali piaghe del secolo: le discordie civili e l’usura usata in prevalenza dagli ebrei. Svolse la sua intensa attività dal 1458 al 1496, patrocinando la pace e il bene pubblico ad Ascoli, Camerino, Fabriano e combattendo l’usura, che condizionava pesantemente la vita delle famiglie, istituendo i Monti di Pietà.

 

Insieme con il (B.) Domenico da Leonessa costituì il primo monte di pietà ad Ascoli, il 15 gennaio 1458; in seguito da solo istituì quelli di Fabriano (1470), Fano (1471), Arcevia (1483), Vicenza (1486) e, non è certo, anche quelli di Ancona, Camerino, Ripatransone; restaurò quello di Fermo.

 

In un suo soggiorno a Venezia, si rese conto che la nuova tecnica della stampa, era un potente mezzo per diffondere il Vangelo, egli stesso diede alla stampa il suo primo trattato “Libro intitulato” e altri volumi successivamente.

 

Nel 1494, a Firenze, stampò “La tabula della Salute”; nel 1495, a Siena, per la predicazione quaresimale, decise la riedizione del “Libro intitulato”.

Quattro capitoli de “La tabula della Salute” riguardano l’usura che Marco condanna come mezzo di perversione; egli associa però nella condanna sia chi chiede prestiti ad interesse, sia chi li concede, perché secondo lui entrambi violano il comandamento di Dio che ordina di amare il prossimo e vieta di provocarne la rovina materiale o spirituale.

Egli non era il solo fra i francescani dell’epoca a sostenere la tesi della gratuità del prestito, perché la carità è la regina di tutte le virtù cristiane e nell’ottica della carità non c’è posto per l’usura, ma nemmeno per il prestito ad interesse.

Comunque tale tesi non era condivisa da altri francescani prima fra tutti (S.) Bernardino da Feltre e, nel Capitolo Generale tenuto a Firenze il 28 maggio 1493, fu deciso che i "Monti di Pietà" dessero i prestiti con un minimo d’interesse; era anche l’epoca del sorgere degli Istituti di Credito, per il cui funzionamento occorrevano degli oneri.

 

Mentre era a Vicenza per predicare, fu colto da malore e morì il 19 marzo 1496; venne sepolto nella chiesa di S. Biagio Vecchio.

Il culto, sorto dopo la sua morte, ebbe una definitiva conferma da Pp Gregorio XVI (Bartolomeo Mauro Alberto Cappellari, 1831-1846), il 20 settembre 1839.

La sua celebrazione varia ma il Martyrologium Romanum lo colloca al 19 marzo.

©Evangelizo.org

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