Mercoledì della Terza Settimana di Avvento (Anno A)

San Giovanni della Croce

dicembre 14 , 2022

1) Preghiera

O Dio, che hai reso il santo presbitero Giovanni della Croce maestro della rinuncia perfetta di sé e appassionato discepolo della croce, concedi a noi di restare sempre saldi nella sua imitazione per giungere alla contemplazione eterna della tua gloria.

 

Giovanni (Fontiveros, Spagna, c. 1542 – Ubeda, 14 dicembre 1591) è fra i grandi maestri e testimoni dell’esperienza mistica. Entrato nel Carmelo ebbe un’accurata formazione umanistica e teologica. Condivise con santa Teresa d’Avila il progetto di riforma dell’Ordine Carmelitano che attuò e visse con esemplare coerenza. Il Signore permise che subisse dolorose incomprensioni da parte dei confratelli di Ordine e di Riforma. In questo cammino di croce, abbracciato per puro amore, ebbe le più alte illuminazioni mistiche di cui è cantore e dottore nelle sue opere: «La salita al monte Carmelo», «La notte oscura dell’anima», «Il cantico spirituale» e «La fiamma viva di amore». Fra le più alte voci della lirica spagnola, è il mistico «del nulla e del tutto», guida sapiente di generazioni di anime alla contemplazione e all’unione con Dio.

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2) Lettura: Isaia 45, 6 - 8. 18. 21 - 25 

«Io sono il Signore, non ce n’è altri. Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e provoco la sciagura; io, il Signore, compio tutto questo. Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo». Poiché così dice il Signore, che ha creato i cieli, egli, il Dio che ha plasmato e fatto la terra e l’ha resa stabile, non l’ha creata vuota, ma l’ha plasmata perché fosse abitata: «Io sono il Signore, non ce n’è altri. Non sono forse io, il Signore? Fuori di me non c’è altro dio; un dio giusto e salvatore non c’è all’infuori di me. Volgetevi a me e sarete salvi, voi tutti confini della terra, perché io sono Dio, non ce n’è altri. Lo giuro su me stesso, dalla mia bocca esce la giustizia, una parola che non torna indietro: davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me giurerà ogni lingua». Si dirà: «Solo nel Signore si trovano giustizia e potenza!». Verso di lui verranno, coperti di vergogna, quanti ardevano d’ira contro di lui. Dal Signore otterrà giustizia e gloria tutta la stirpe d’Israele.

 

3) Commento su  Isaia 45, 6 - 8. 18. 21 - 25 

"Stillate, cieli, dall'alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo". (Isaia 45,8) - Come vivere questa Parola?

Il tono è poetico. Si sente che il cuore del profeta intravede l'operato di Dio che sta per realizzare salvezza ed Egli stesso ne gioisce.

Che importa se sarà Ciro il grande sovrano della Persia a schierarsi in favore di Israele contro i popoli non certo potenti come è lui?

I Padri della Chiesa hanno letto anche in questo testo una profezia messianica.

Si, se Ciro è servito a ristabilire l'ordine anche se pagano e straniero, vuol dire che Dio è libero di usare gli strumenti che crede per operare giustizia e salvezza.

Così si capisce il significato messianico colto in controluce dentro questo testo.

Mentre si avvicina il Natale che ravviva in noi la fede in Gesù, sappiamo che Egli è entrato nella storia anche attraverso canali e strade inaspettate.

Bene, più del potente Ciro, l'Onnipotente Signore della storia entra nel mondo con il vagito di un neonato.

Non lo accoglie una reggia, ma una mangiatoia e una grotta.

Signore, fa' che noi non ci abituiamo all'evento sempre nuovo del Natale, che non lo banalizziamo con scelte dettate dal consumismo. Stillino anche su di me tuoi cieli dall'Alto e io possa ravvivare la fede nella certezza che Lui ha talmente amato il mondo da scegliere di "farsi debolezza e povertà assoluta" perché in me risplenda la forza la ricchezza la nobiltà dell'essere figlio/figlia di Dio in Gesù Salvezza.

Ecco la voce di un Santo, Sant’Agostino: "Se non è rispettata la giustizia, dov'è la dignità umana e dove sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?"

 

«Stillate, cieli, dall'alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo». (Is 45, 8; 18; 21) - Come vivere questa Parola?

Isaia è il profeta dell'Antico Testamento che annovera il maggior numero di presenze nelle letture della liturgia dell'Avvento. È il profeta per eccellenza di questo tempo liturgico. Nella prima lettura di oggi egli offre alla nostra attenzione delle tematiche illuminanti che ci riscaldano il cuore e ci aprono gli occhi su panorami di luce e di vita che sono caratteristici di questo tempo di Avvento.

Il brano di Isaia citato sopra contiene una accorata implorazione che si armonizza perfettamente con lo stato d'animo proprio della terza settimana di Avvento. Per tale motivo questo grido dell'anima è stato preso dalla tradizione come ritornello d'un celebre canto gregoriano, che si canta nella novena di Natale: «Stillate, cieli, dall'alto e le nubi facciano piovere il Giusto».

Il profeta dà sfogo così a un'intima aspirazione anelante a un prodigioso intervento celeste, convinto pienamente dell'origine divina della Giustizia, nome divino che sta per Dio.

Sì, perché se Dio non interviene, noi tutti siamo perduti irrimediabilmente.

È interessante annotare che tale intervento prodigioso non è qui descritto come avviene di solito in altri oracoli profetici o nella letteratura apocalittica, con tinte fosche di eventi bellici e di sconvolgimenti cosmici. Esso invece viene implorato sommessamente, con le caratteristiche rassicuranti di una pioggia lieve e di una rugiada fecondaQueste immagini delicate sono appropriate al mistero dell'Incarnazione e del Natale, che è avvenuto non in modo reboante, ma con un'infinita discrezione, all'ombra dello Spirito Santo, proprio come una pioggia sottile.

In questo terza settimana di Avvento troveremo lungo la giornata dei momenti di silenzio e di raccoglimento per rivolgere al Signore l'accorata preghiera di Isaia e preparare così il nostro cuore ad accogliere la venuta del Salvatore.

Ecco la voce di un Salmo messianico, Sal 72 (71).

«(Il Messia) scenda come pioggia sull'erba,

come acqua che irrora la terra.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto

e abbondi la pace,

finché non si spenga la luna»

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4) Lettura: dal Vangelo secondo Luca 7, 19 - 23 

In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». 

5) Riflessione sul Vangelo secondo Luca 7, 19 - 23 

Sei tu l'atteso?

Giovanni conduce avanti una predicazione forte. La sua parola di fuoco fa balenare l'opera abbattitrice della scure, quella purificatrice del fuoco, e quella di un giudizio senza pietà e misericordia. Gesù invece accoglie gli umili, pieno di misericordia verso i peccatori, conduce il suo insegnamento con dolcezza e nel pieno rispetto delle persone. Allora si chiede: Ma è questo il Messia di cui io sono chiamato a preparare la via? Forse un dubbio sulla vera identità del Signore Gesù sorge anche in lui. Per questo invia due dei suoi discepoli per accertarsi di essere nella verità: "Sei tu o dobbiamo aspettare un altro?" In quel momento sta operando prodigi a vantaggio dei più sfortunati colpiti da varie infermità e posseduti da demòni. La risposta da riportare a Giovanni è la scena a cui stanno assistendo: I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mandati, ai poveri è annunziata la buona novella. E aggiunge: E beato chiunque non sarà scandalizzato di me. Sembra che Gesù voglia dire a Giovanni e a noi: Badate che le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri. Voi vedete le cose, le persone, gli avvenimenti dal fondo della valle, io invece le contemplo dall'alto del monte della mia divinità. Sappiate accettare con umiltà la vostra limitatezza senza voler giudicare ciò che è infinitamente più grande della vostra piccolezza, della vostra capacità di comprendere.

 

"Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?" - Come vivere questa Parola?

Oggi la liturgia mette in risalto l'interrogativo di Giovanni Battista, domanda di fondo per gli ebrei di quel tempo e gli uomini di ogni epoca della storia: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?"

Nel momento del battesimo di Gesù, Giovanni aveva intuito qualcosa della missione di suo cugino ma adesso in catene, e forse spinto anche dai suoi discepoli, sollecita una parola di conferma: Gesù è il messia o egli è un altro profeta che prepara la strada al messia?

I discepoli di Giovanni arrivano da Gesù proprio nel momento in cui stava guarendo"molti da malattie, da infermità da spiriti cattivi e molti ciechi". Gesù non dà loro una risposta diretta ma li invita ad interpretare le sue azioni a confronto con i segni messianici annunciati dai profeti come Isaia 58,6ss: "scogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi, e spezzare ogni giogo, dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che è nudo...".

Per Giovanni la risposta è chiara. Ora egli può cantare come il vecchio: "Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola" (Lc 2,29).

Per i discepoli di Giovanni e per la folla, la risposta è una rivelazione della verità di Gesù, e un forte invito alla fede e alla conversione di vita.

Oggi, nella nostra pausa contemplativa, gioiremo con i discepoli di Giovanni per questa chiara rivelazione del regno di Dio in Gesù!

Prego con cuore sincero:

Signore Gesù, venga il tuo regno: in me, nella mia famiglia, nella mia comunità, nel mio posto di lavoro e di studio. Vieni, Signore, perché sia la Pace!

Ecco la voce di un testimone di oggi Raniero Cantalamessa: Tra la missione di Giovanni Battista e quella di Gesù è avvenuto qualcosa di così decisivo da costituire uno spartiacque tra due epoche. Il baricentro della storia si è spostato: la cosa più importante non è più in un futuro più o meno imminente, ma è "ora e qui" nel regno che è già operante.

 

Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?»”. Che bello arrivare alla soglia della novena di Natale e introdurci ad essa attraverso la crisi finale di Giovanni Battista. Lui che è stato elogiato da Gesù come il più grande di tutti; lui che è l’Elia che tutti stavano aspettando; lui che ha affrontato la prepotenza di Erode e ha predicato senza vergogna, ora si ritrova con il dubbio atroce che forse Gesù non è il Messia. Ogni uomo si trova a vivere certe crisi, anche i migliori (forse soprattutto). Solo attraverso questo tipo di crisi veniamo purificati dalle nostre aspettative, dal nostro immaginario troppo umano, troppo stretto. E Gesù risponde a questa crisi, a questa domanda, non con le parole, non attraverso un dialogo convincente ma con dei fatti: “In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!»”. A certe crisi, a certe domande non si risponde analizzando troppo con i ragionamenti, ma spalancando gli occhi su ciò che il Signore opera concretamente. Molte cose che ci fanno male, e ci pesano nel cuore vengono da pensieri che sono così spietatamente logici da non lasciare via d’uscita. Eppure Dio sa smentire con i fatti certe logiche mortifere. A volte a una lettura superficiale della nostra vita ci convinciamo di aver sbagliato tutto, di non valere niente, di aver preso una cantonata, di aver sprecato tempo, ma basterebbe guardare al fondo delle cose per accorgerci che Dio sta dicendo altro. Per riconoscere Gesù bisogna essere intelligenti, secondo l’accezione latina: intus-legere (saper leggere dentro).

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6) Per un confronto personale

- Signore, il mondo ha un profondo bisogno di certezza e di speranza: fa’ che la Chiesa lo aiuti a riconoscere in te il solo Signore che dà risposta alle sue attese. Preghiamo?

- Signore, la nostra umanità cerca la pace senza trovarla: manda dall'alto la tua pace e gli uomini diventino operatori di giustizia. Preghiamo?

- Signore, nella nostra società ci sono ancora moltitudini di malati, di ciechi, di lebbrosi: fa’ che il nostro cuore non resti insensibile davanti a tanta sofferenza e il nostro amore faccia fiorire oggi i miracoli, un tempo operati da Gesù. Preghiamo?

- Signore, le tue vie ci rimangono spesso misteriose: donaci di fidarci di te e di credere appassionatamente al tuo amore di Padre. Preghiamo?

- Signore, anche oggi ci doni il pane quotidiano, il cibo per il corpo e l'eucaristia per lo spirito: fa’ che li riceviamo con animo colmo di gratitudine. Preghiamo?

- Signore, tu hai creato la terra perché fosse abitata, ma non a tutti viene riconosciuto il diritto di averne un pezzo... Preghiamo?

- Signore, tu non ti dimentichi di coloro che la natura non ha dotato delle normali capacità fisiche o psichiche...  Preghiamo?

 

 

7) Preghiera finale: Salmo 84

Stillate cieli dall’alto e le nubi facciano piovere il giusto.

 

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:

egli annuncia la pace.

Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,

perché la sua gloria abiti la nostra terra.

 

Amore e verità s’incontreranno,

giustizia e pace si baceranno.

Verità germoglierà dalla terra

e giustizia si affaccerà dal cielo.

 

Certo, il Signore donerà il suo bene

e la nostra terra darà il suo frutto;

giustizia camminerà davanti a lui:

i suoi passi tracceranno il cammino.

Madonna del Monte Bianco

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