12. L’amore sopporta
Salmo 8
O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
[3] con la bocca di bambini e di lattanti:
hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
[4] Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
[5] che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo, perché te ne curi?
[6] Davvero l'hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
[7] Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi:
[8] tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
[9] gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.
[10] O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Dal Libro della Genesi (Gn 1,26-28)
[26] Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
[27] E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò.
[28] Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
In ciascuno di noi è impressa l’immagine di Dio. Nella persona più buona o più cattiva. Ogni essere umano, maschio e femmina, è sua immagine. L’invito e la sfida è riconoscere questa immagine anche in quelle vite in cui essa è deturpata da scelte sbagliate, che l’hanno macchiata e deformata. Vedere in chi mi sta accanto la presenza di Dio non è poesia, è una realtà. Dove Dio? Seduto accanto a te, nel bambino che stamattina ti sorriderà, nell’anziano che ti farà una carezza con la sua mano deformata, o nella nonnina che ti chiamerà.
Dall’AL
118. (Bisogna) sopporta(re) con spirito positivo tutte le contrarietà. Significa mantenersi saldi nel mezzo di un ambiente ostile. Non consiste soltanto nel tollerare alcune cose moleste, ma in qualcosa di più ampio: una resistenza dinamica e costante, capace di superare qualsiasi sfida. È amore malgrado tutto, anche quando tutto il contesto invita a un’altra cosa. Manifesta una dose di eroismo tenace, di potenza contro qualsiasi corrente negativa, una opzione per il bene che niente può rovesciare. Questo mi ricorda le parole di Martin Luther King, quando ribadiva la scelta dell’amore fraterno anche in mezzo alle peggiori persecuzioni e umiliazioni: «La persona che ti odia di più, ha qualcosa di buono dentro di sé; e anche la nazione che più odia, ha qualcosa di buono in sé; anche la razza che più odia, ha qualcosa di buono in sé. E quando arrivi al punto di guardare il volto di ciascun essere umano e vedi molto dentro di lui quello che la religione chiama “immagine di Dio”, cominci ad amarlo nonostante tutto. Non importa quello che fa, tu vedi lì l’immagine di Dio. C’è un elemento di bontà di cui non ti potrai mai sbarazzare […] Un altro modo in cui ami il tuo nemico è questo: quando si presenta l’opportunità di sconfiggere il tuo nemico, quello è il momento nel quale devi decidere di non farlo […] Quando ti elevi al livello dell’amore, della sua grande bellezza e potere, l’unica cosa che cerchi di sconfiggere sono i sistemi maligni. Le persone che sono intrappolate da quel sistema le ami, però cerchi di sconfiggere quel sistema […] Odio per odio intensifica solo l’esistenza dell’odio e del male nell’universo. Se io ti colpisco e tu mi colpisci, e ti restituisco il colpo e tu mi restituisci il colpo, e così di seguito, è evidente che si continua all’infinito. Semplicemente non finisce mai. Da qualche parte, qualcuno deve avere un po’ di buon senso, e quella è la persona forte. La persona forte è la persona che è capace di spezzare la catena dell’odio, la catena del male […] Qualcuno deve avere abbastanza fede e moralità per spezzarla e iniettare dentro la stessa struttura dell’universo l’elemento forte e potente dell’amore».
Per riflettere
- Solo lo sguardo di misericordia mette fine all’odio. Mi rendo conto che per fermare la violenza, l’estremismo, gli atti di terrorismo bisogna lavorare perché sia ristabilita la giustizia e ci si apra al perdono?
- Perdonare sembra tal volta un gesto di debolezza, ma in realtà è il più grande segno di forza. Riesco a spezzare con il perdono la catena di odio che imprigiona me e gli altri?
Preghiamo
Vi abbiamo incontrato, in campi profughi in Africa, America, Asia, ma anche in Europa e Oceania. Vi abbiamo stretto la mano, nei nostri centri d’ascolto, in ospedali e istituti, nelle mense e negli empori. Abbiamo incrociato i vostri sguardi, nelle carceri, nelle periferie e in mezzo ai campi, fertili o aridi, stepposi o desertici. Abbiamo annusato l’odore, delle discariche, delle baraccopoli, dei marciapiedi, dove siete costretti a vivere. Ti abbiamo osservato, ascoltato, odorato, toccato, perfino gustato, in tanti luoghi e contesti. Con tutti, i nostri cinque sensi. In tutti, i cinque continenti. Ti abbiamo abbracciato, o Signore. Ma spesso non ti abbiamo capito, non abbiamo superato le apparenze. Aiutaci tu, a scavare le profondità, a percepire l’ossimoro della ricchezza e della bellezza della povertà.
(dal Libro «Per carità», Caritas Italiana)