3. L’amore guarisce dall’invidia

Da Siracide 6,5-17
[5] Una bocca amabile moltiplica gli amici, una lingua affabile le buone relazioni.
[6] Siano molti quelli che vivono in pace con te, ma tuo consigliere uno su mille.

[7] Se vuoi farti un amico, mettilo alla prova e non fidarti subito di lui.
[8] C'è infatti chi è amico quando gli fa comodo, ma non resiste nel giorno della tua sventura.

[9] C'è anche l'amico che si cambia in nemico e scoprirà i vostri litigi a tuo disonore.
[10] C'è l'amico compagno di tavola, ma non resiste nel giorno della tua sventura.

[11] Nella tua fortuna sarà un altro te stesso e parlerà liberamente con i tuoi servi.
[12] Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te e si nasconderà dalla tua presenza.

[13] Tieniti lontano dai tuoi nemici e guàrdati anche dai tuoi amici.
[14] Un amico fedele è rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro.

[15] Per un amico fedele non c'è prezzo, non c'è misura per il suo valore.
[16] Un amico fedele è medicina che dà vita: lo troveranno quelli che temono il Signore.

[17] Chi teme il Signore sa scegliere gli amici: come è lui, tali saranno i suoi amici.

Dal libro della Genesi (Gn 4,1-10)
[1] Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo grazie al Signore». [2] Poi partorì ancora Abele, suo fratello. Ora Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo. [3] Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, [4] mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, [5] ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. [6] Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? [7] Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai». [8] Caino parlò al fratello Abele. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. [9] Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?».

Inizia con il paragrafo che segue un’ampia selezione che abbiamo operato dal capitolo quarto dell’AL, nel quale il Papa declina l’essenza dell’amore commentando l’inno paolino di 1 Cor. 13. Iniziamo col testo che tocca il tema della guarigione dall’invidia. Spesso pensiamo che la Parola di Dio descriva a mò di fiaba una storia impossibile da realizzare, perché ci sembra un racconto troppo idealizzato rispetto alla realtà quotidiana che ci presenta innumerevoli sfide, che se va bene, ci fa sentire il testo biblico come una semplice utopia irrealizzabile. Ad un lettore attento, però, non sfugge che la Parola di Dio nasce e si sviluppa a partire dalla storia di uomini concreti, capaci di gesti eroici e rovine criminose. Essa sgorga dal cuore di Dio e raggiunge le fatiche e il dolore degli uomini.

Dall’AL
95. (Quindi) si rifiuta come contrario all’amore un atteggiamento espresso con il termine zelos (gelosia o invidia). Significa che nell’amore non c’è posto per il provare dispiacere a causa del bene dell’altro (cfr At 7,9; 17,5). L’invidia è una tristezza per il bene altrui che dimostra che non ci interessa la felicità degli altri, poiché siamo esclusivamente concentrati sul nostro benessere. Mentre l’amore ci fa uscire da noi stessi, l’invidia ci porta a centrarci sul nostro io. Il vero amore apprezza i successi degli altri, non li sente come una minaccia, e si libera del sapore amaro dell’invidia. Accetta il fatto che ognuno ha doni differenti e strade diverse nella vita. Dunque fa in modo di scoprire la propria strada per essere felice, lasciando che gli altri trovino la loro.

Per la riflessione
- Spesso le relazioni sono inficiate da rivalità, gelosie e invidie. Spesso queste si annidano nel profondo di noi. Riusciamo a riconoscerle e a condividerle con il Signore e con qualche fratello perché possiamo guardarle e prenderne le distanze?
- Le relazioni sono provate da tante avversità. Una delle principali oggi è la precarietà e la disoccupazione. Nella misura del mio possibile mi rendo attento alla situazione sociale che mi sta intorno e provo ad essere fermento critico di rinnovamento delle strutture in cui mi muovo? O la mia carità è solo occasionale?

Preghiamo
Signore, l’Amore non è invidioso, Insegnami a gioire di ogni successo. Giuseppe, esperto carpentiere, che hai saputo ascoltare e mettere in pratica la voce del Cielo, che hai saputo vedere al di là delle apparenze e custodire e proteggere la Vita. Che hai saputo gioire di gioie non pienamente tue, ammirare le meraviglie compiute in altri senza mai sentire invidia, rendi attente le nostre orecchie e vigili i nostri occhi, per non subire la storia, ma esserne soggetti solerti e solidali, che sanno gioire con gli altri senza essere invidiosi del loro successo. Per Cristo nostro Signore.

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