Solennità di San Martino, nostro patrono
Domenica 11 novembre 2018, la MESSA SOLENNE delle 11.30 è stata celebrata da tre sacerdoti oriundi di Traversetolo, ricordando e ringraziando il Signore per l’anniversario della loro consacrazione sacerdotale: l’Arciprete don Giancarlo Reverberi (43 anni di Messa), don Giovanni Bocchi (60 anni di Messa), don Walter Dall’Aglio (65 anni di Messa). La Corale “Cantico Nuovo” ha reso coinvolgente la celebrazione seguita con devota partecipazione dai fedeli che gremivano le tre navate della chiesa parrocchiale. Un grande concorso di popolo per solennizzare la tradizionale festa del nostro patrono SAN MARTINO: poliedrica figura di grande carisma spirituale, che ha illuminato l’Europa del IV secolo con la sua testimonianza cristiana di “SOLDATO per forza, di VESCOVO per elezione e MONACO per scelta personale”. La nostra COMUNITÀ lo ha onorato all’insegna della “FRATERNA CONDIVISIONE”: ad iniziare dal tradizionale PANE BENEDETTO che la CARITAS ha condiviso con le famiglie bisognose, ricordando che GESÙ, spezzando il pane nell’ultima cena con gli Apostoli, ha donato al mondo l’EUCARESTIA celebrando la prima MESSA e salvando il mondo! Prima della S. Messa si è tenuta, nella “CORTE AGRESTI” la consegna ufficiale al Sindaco di Montegallo (paese in provincia di Ascoli Piceno, colpito dal sisma nel 2016) di un valido automezzo utile alla Polizia locale per gli interventi di emergenza; il mezzo è frutto della generosa condivisione del Comune di Traversetolo e di Fontevivo nonché della Pubblica Assistenza “Croce Azzurra” di Traversetolo e di Circoli e Associazioni. Una tradizione quella della condivisione che Traversetolo ha testimoniato in tanti anni e di cui ci è rimasta memoria. Pensiamo al soccorso ai poveri già attivo nei primi anni dell’Ottocento, al sussidio per i danneggiati dal Brigantaggio nel 1863, ai diversi soccorsi per i colpiti da calamità un tempo frequenti, quali il colera, agli aiuti per il terremoto di Messina nel 1908 … e proseguendo verso i giorni nostri, all’accoglienza degli sfollati dai luoghi di guerra nel primo e secondo conflitto mondiale, agli interventi dopo il terremoto in Friuli nel 1976 e così di seguito fino all’ultimo, di pochi mesi fa ad Amatrice. Si può ben dire che il nostro è un paese “col cuore” e con le mani aperte, e lo conferma un fatto curioso: nel 1492 i rettori dell’Ospedale Rodolfo Tanzi di Parma, iniziarono ad assegnare i tanti orfani a famiglie disposte all’accoglienza. il 13 agosto, consegnarono il primo: un piccolo fanciullo orfano, di nome Giammaria, ad Antoniolo Cazio da Traversetolo, che lo accettò come un figlio e dichiarò di volere averne cura come se tale veramente fosse. Non tanto la storia insegna a vivere, quanto gli esempi.