Maccabei
Libro Secondo
“Dio vi ricolmi di benefici e si ricordi della Sua alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe, suoi servi fedeli. Doni a tutti volontà per onorarlo e per compiere i suoi voleri, con cuore grande e animo volenteroso. Vi apra il cuore alla Sua legge e ai Suoi precetti e vi dia pace. Ascolti le vostre preghiere, si riconcili con voi e non vi abbandoni in tempi di calamità ” (2 Maccabei 1-2,5)
Il secondo Libro dei Maccabei è un testo contenuto nella Bibbia cristiana, ma non è accolto nella Bibbia ebraica. Come gli altri libri deuterocanonici è considerato ispirato nella tradizione cattolica e ortodossa, mentre la tradizione protestante lo considera apocrifo.
Datazione: il libro è databile alla fine del II secolo a.C. e narra eventi accaduti tra il 180 e il 161 a.C.
Autore: l'autore è ignoto. Certamente non è il medesimo del Primo Libro. Si suppone che sia un giudeo alessandrino, influenzato dalla scuola letteraria egiziana. È scritto in un greco eccellente, colto e molto retorico e sembra essere il riassunto di un'opera precedente, scritta da un certo Giasone di Cirene.
Suddivisione dell’opera: è composto da 15 capitoli e descrive la lotta per l'indipendenza della Giudea dei fratelli Maccabei (Giuda, Gionata, Simone) contro i re seleucidi della Siria.
Argomento del libro: racconta in altro modo gli stessi avvenimenti dei primi sette capitoli del Primo Libro dei Maccabei, dal 176 al 160 a.C. Letto insieme al Primo Libro, il testo disegna un ritratto storico preciso della regione giudaica e della sua interminabile lotta per mantener pura ed incontaminata la religione monoteista. Il libro si incentra su due feste religiose: la dedicazione del Tempio collegata alla sua ricostruzione e la festa commemorativa del giorno in cui Nicanore aveva minacciato il Tempio ed è stato ucciso. L'autore narra le origini del movimento maccabaico con un sacro zelo contro gli idoli dei Greci e dei Romani. Nel testo ha un posto di rilievo l'eresia sacrilega di Eliodoro.
Relazione con il Primo Libro dei Maccabei: contrariamente a quanto si potrebbe immaginare questo scritto non è la continuazione del Primo Libro, ma tratta parte degli stessi avvenimenti. Infatti, a differenza del Primo Libro che illustra il periodo storico dal 175 al 135 a.C., il Secondo si sofferma sugli avvenimenti tra gli anni 176 e 160 a.C. Naturalmente i due libri divergono in molti aspetti, perché gli obiettivi dei due autori sono molto differenti; tuttavia in certe parti il Secondo Libro completa ed approfondisce quanto raccontato dal Primo. Questo testo si propone soprattutto di innalzare lodi al Tempio di Gerusalemme e in seconda battuta di raccontare la ribellione contro i greci.
Scopo del Libro: il testo è molto importante nella dottrina religiosa dell'Antico Testamento. Tra i molti temi narrati, uno degli obiettivi del Libro è quello di dimostrare l'esistenza degli angeli e sviluppare due concetti che suonano familiari per il cristiano moderno: l'intercessione dei santi e la resurrezione della carne. Altri temi importanti sono i castighi riservati nell'aldilà ai peccatori e l'aiuto che la preghiera può arrecare ai fedeli defunti. In questo modo vengono introdotti nella spiritualità prima ebraica e poi cristiana due nuovi concetti: un Giudizio universale con esito dualista, dunque anche punitivo-vendicativo, e la condizione ultraterrena del Purgatorio.
(frutto della meditazione del gruppo di preghiera il chicco)