Fede e Sacramenti
Terza parte
Sacramenti senza fede in un mondo sempre più secolarizzato
La constatazione che il numero dei fedeli si sta progressivamente assottigliando è evidente a tutti. Individuarne le cause però non è semplice. E neppure è di conforto il pensare che quei pochi rimasti siano effettivamente buoni cristiani. Il calo dei matrimoni e dei battesimi conferma il dubbio che la frequenza alla Chiesa sia più per tradizione che convinzione di fede.
La constatazione che il numero dei fedeli si sta progressivamente assottigliando è evidente a tutti. Individuarne le cause però non è semplice. E neppure è di conforto il pensare che quei pochi rimasti siano effettivamente buoni cristiani. Il calo dei matrimoni e dei battesimi conferma il dubbio che la frequenza alla Chiesa sia più per tradizione che convinzione di fede.
Ma alla fine del faticoso percorso catechistico emerge evidente che i sacramenti offerti e ricevuti non sono stati supportati dalla ricerca di un itinerario di fede, forse non cercato o forse non offerto.
La dissociazione tra sacramenti e fede non è una novità, ha radici antiche che si sono protratte nel tempo maturando progressivamente l’idea che sia possibile una ritualità senza fede e una spiritualità senza riti. Un modo di concepire la fede come cosa propria, un credere individuale, autosufficiente, nell’appropriazione della giustificazione personale e della certezza della salvezza, lontano da ogni ritualismo comunitario.
Pur nel rispetto di ogni percorso individuale è tuttavia indispensabile un richiamo al contesto culturale in cui i cristiani hanno, in modo coerente con la rivelazione, concepito l’organismo sacramentale dei loro riti. I sacramenti nascono da Dio per le parole di Gesù e si possono comprendere solamente nell’inseparabile correlazione tra la realtà del sacramento in sé, il suo significato, e l’espressione che ne deriva. Per comprendere però è Indispensabile la fede che dà inizio al dialogo con Dio: l’uomo per fede accoglie l’iniziativa di Dio che offre la salvezza, lasciandosi così trasformare da questo mistero.
I sacramenti esprimono la continuazione dell’incontro con Dio, nella decisione, per fede, di dar credito a Dio. Ma l’atto del credere ha necessità di farsi forma di vita, gesto comunitario espresso dalla celebrazione che apre ad atteggiamenti di fiducia e crescita nell’amicizia con il Signore realizzata anche nella comunità. Il percorso circolare, la reciprocità tra fede e sacramenti, ha un suo ordine: prima la fede, l’annuncio, l’ascolto, il catecumenato cioè il desiderio convinto di intraprende il percorso verso l’iniziazione cristiana: il battesimo e l’eucarestia.
Il cammino del credente per arrivare ai sacramenti ha necessità del supporto ecclesiale con la sua narrazione, con l’invito ad addentrarsi nei misteri divini per giungere alla conversione della propria vita. La fede non può essere ridotta ad una dimensione personale, se pur necessaria. Il rapporto personale con Dio può ottenere credito soggettivo, ma deve essere completato dalla volontà di scoprire la natura di Dio e l’affidarsi a lui esprimendo nella gioia della partecipazione ecclesiale la propria professione cristiana.
Solo Dio conosce i cuori e nessuno può escludere un inizio di fede negli altri, è per questo che la Chiesa è chiamata ad ascoltare, discernere e accompagnare uomini e donne nei loro percorsi. Per questo è così importante il dialogo, il vedersi, il cercare di parlare insieme, il vivere non nell’individualismo ma nel pensiero di una comunità.
I sacramenti maturati nella consapevolezza, nella certezza dell’acquisizione non di un dono solo personale ma implicito nella comunità possono dare avvio alla gioia della scoperta di una dimensione nuova, al desiderio di comunicare, con la partecipazione alla vita cristiana, la propria volontà di un bene possibile e aperto a tutti.
Don Giancarlo