Giovedì della Seconda Settimana di Avvento (Anno A)
Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

1) Orazione iniziale
O Padre, che nellImmacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui lhai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.
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2) Lettura: Genesi 3, 9 - 15. 20
[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dellalbero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose luomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dellalbero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
Luomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.
3) Commento su Genesi 3, 9 - 15. 20
● La prima delle odierne letture, narra il processo per la ricerca del colpevole del primo peccato e della sua condanna, da parte di Dio, che ne consegue: quadro cupo, descritto nel libro della genesi, ma illuminato dalla speranza dell'amore di Dio per l'uomo fatto a immagine del Creatore. In esso è contenuto la promessa, che si avvererà nella pienezza dei tempi, allorché le forze del male saranno schiacciate dalla discendenza della donna ferita nel calcagno, cioè del Cristo, di cui Maria è la madre.
● Celebriamo la solennità della Immacolata Concezione, un dono di grazia per il quale la B.V. Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento; vuol dire che in lei non c'è stata ombra di peccato. Questa verità di fede è stata formulata tardi come dogma (Pio IX, 1854) dopo varie discussioni teologiche, ma il senso dei fedeli ha intuito fin da subito che la Madre del Signore non è stata mai toccata dal male e non ha avuto nessuna relazione con esso. La preservazione di Maria è un privilegio che Dio le ha dato liberamente e gratuitamente in vista dei meriti di Gesù Cristo. Tale "privilegio", però, non rende Maria lontana da noi che facciamo esperienza di lotta contro il male ma piuttosto ce la rivela come un dono e un aiuto. In lei, infatti, contempliamo la nostra umanità redenta; Maria ha vissuto fin dal primo istante della sua vita quella liberazione dal male che noi riceviamo con il battesimo, sempre per i meriti della passione di nostro Signore.
Le letture liturgiche ci aiutano a comprendere il significato del mistero dell'Immacolata Concezione di Maria mostrandone il legame con l'inizio della storia della salvezza.
Ecco allora che la prima lettura è tratta dal libro della Genesi (3,9-15.20). Dopo il peccato dei progenitori, Dio va alla ricerca di Adamo: Dove sei? Adamo è dolorosamente consapevole della caduta e si nasconde preso dalla paura: Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto. Nel suo voler essere come Dio l'uomo si è ritrovato nudo, privo della gloria originaria nella quale era stato creato; si è ritrovato nella paura e non più nella libertà. Nel dialogo che segue si vede come quella disobbedienza originaria abbia rotto e distorto anche tutte le altre relazioni dell'uomo ma emerge anche il fatto che Dio non si rassegni a perdere la sua creatura e alla fine c'è una promessa: io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe. Questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno.
Quest'ultimo versetto è chiamato "protovangelo" (prima buona notizia) perché appare come il primo annuncio, velato, di una futura liberazione dal male. È la risposta di Dio al peccato; lì dove c'è la caduta dell'uomo, Dio interviene riaprendo l'orizzonte della salvezza. A vincere sarà la stirpe della donna (nell'ebraico e nel greco le forme grammaticali sono al maschile, alludono ad un uomo), ma la donna beneficia della radicale inimicizia con il male che Dio stabilisce. Nella figura di questa donna la Tradizione della Chiesa intuisce il riferimento a Maria, nuova Eva.
● «Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3, 15) - Come vivere questa Parola?
Nel momento del drammatico allontanamento tra Dio e l'uomo, una promessa tenta di colmare quella distanza e una buona notizia viene lanciata da Dio all'uomo come fosse un ponte, da scegliere e percorrere all'indietro per incontrarsi di nuovo; è uno strumento perché il desiderio di riconciliazione possa esprimersi e organizzarsi. Ma la promessa si lega ad una donna, l'unica che potrà schiacciare la testa al serpente e creare questo passaggio. Come dire che Eva ha ceduto e sempre una donna potrà ricostruire. La promessa si tradurrà così con l'attesa di un Messia liberatore che entrerà nella storia attraverso una donna. Per centinaia di anni i giudei hanno immaginato chi e come potesse essere il Messia e quale donna potesse essere scelta come madre dello stesso. Generazioni di uomini e di donne hanno atteso e hanno scrutato tra loro chi fosse il prescelto, la prescelta. Così nella promessa si è mantenuta la fede, si è cercata la presenza di Dio.
Maria di Nazareth è la prescelta e giunti alla pienezza dei tempi, lei si rivela come colei che schiaccerà la testa al serpente. Con tutto il suo corpo, la sua intelligenza, i suoi sentimenti rappresenta tutto il popolo che ha atteso e attende il Signore. In lei l'attesa si fa accoglienza e il Messia prende corpo e nasce. Avrà bisogno delle sue cure e in lei l'accoglienza diventerà protezione, accompagnamento, educazione. Maria insegnerà a Gesù a pensare e parlare, lo staccherà da sé e lo introdurrà nella comunità.
Signore, rendiamo grazie a Maria che ha scelto di collaborare con te al mistero dell'incarnazione. Tutta la sua vita dedicata a te, ci spinge ad amarti e a dire con lei "sia fatto in me secondo il tuo volere".
Ecco la voce del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 410): "Dopo la caduta, l'uomo non è stato abbandonato da Dio. Al contrario, Dio lo chiama, e gli predice in modo misterioso che il male sarà vinto e che l'uomo sarà sollevato dalla caduta. Questo passo della Genesi è stato chiamato "Protovangelo", poiché è il primo annunzio del Messia redentore, di una lotta tra il serpente e la Donna e della vittoria finale di un discendente di lei".
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4) Lettura: dal Vangelo di Luca 1, 26 - 38
In quel tempo, langelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. Langelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dellAltissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse allangelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose langelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dellAltissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anchessa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E langelo si allontanò da lei.
5) Riflessione sul Vangelo di Luca 1, 26 - 38
● Abramo concepì Isacco per la fede nella promessa di Dio “e divenne padre di molti popoli” (cf. Rm 4,18-22). Ugualmente Maria concepì Gesù per mezzo della fede. La concezione verginale di Gesù fu opera dello Spirito Santo, ma per mezzo della fede di Maria. È sempre Dio che opera, ma attraverso la collaborazione delluomo. Credere, infatti, è rispondere con fiducia alla parola di Dio, accogliere i suoi piani come se fossero propri e sottomettersi in obbedienza alla sua volontà per collaborarvi.
La fede vuole sempre:
1) la fiducia in Dio e
2) la professione di ciò che si crede, poiché con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza (Rm 10,10).
Una volta riconosciuta vera la parola di Dio, Maria credette alla concezione verginale di Gesù e credette pure alla volontà di Dio di salvare gli uomini peccatori, la volle e aderì a quel piano lasciandosi coinvolgere: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto (Lc 1,38). Dalla sua fede quindi nacque Gesù e pure la Chiesa. Perciò, insieme ad Elisabetta che esclamò: Beata colei che ha creduto alladempimento delle parole del Signore (Lc 1,45), ogni generazione oggi la proclama beata (cf. Lc 1,48). La Chiesa ha il compito di continuare nel mondo la missione materna di Maria, quella di comunicare il Salvatore al mondo. Il cristiano di oggi deve fare proprio il piano di Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati (1Tm 2,4), proclamando la propria salvezza e lasciandosi attivamente coinvolgere nel portare la salvezza al prossimo, poiché in questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli (Gv 15,8).
● Il sì di Maria l'eccomi che cambia la storia.
L'angelo Gabriele, lo stesso che «stava ritto alla destra dell'altare del profumo» (Lc 1,11), è volato via dall'incredulità di Zaccaria, via dall'immensa spianata del tempio, verso una casetta qualunque, un monolocale di povera gente. Straordinario e sorprendente viaggio: dal sacerdote anziano a una ragazza, dalla Città di Dio a un paesino senza storia della meticcia Galilea, dal sacro al profano.
Il cristianesimo non inizia al tempio, ma in una casa. La prima parola dell'angelo, il primo "Vangelo" che apre il vangelo, è: rallegrati, gioisci, sii felice. Apriti alla gioia, come una porta si apre al sole: Dio è qui, ti stringe in un abbraccio, in una promessa di felicità. Le parole che seguono svelano il perché della gioia: sei piena di grazia. Maria non è piena di grazia perché ha risposto "sì" a Dio, ma perché Dio per primo ha detto "sì" a lei, senza condizioni. E dice "sì" a ciascuno di noi, prima di qualsiasi nostra risposta. Che io sia amato dipende da Dio, non dipende da me. Quel suo nome, "Amata-per-sempre" è anche il nostro nome: buoni e meno buoni, ognuno amato per sempre. Piccoli o grandi, tutti continuamente riempiti di cielo. Il Signore è con te. Quando nella Bibbia Dio dice a qualcuno "io sono con te" gli sta consegnando un futuro bellissimo e arduo (R. Virgili).
Lo convoca a diventare partner della storia più grande. Darai alla luce un bimbo, che sarà figlio della terra e figlio del cielo, figlio tuo e figlio dell'Altissimo, e siederà sul trono di David per sempre. La prima parola di Maria non è il "sì" che ci saremmo aspettati, ma la sospensione di una domanda: come avverrà questo? Matura e intelligente, vuole capire per quali vie si colmerà la distanza tra lei e l'affresco che l'angelo dipinge, con parole mai udite... Porre domande a Dio non è mancare di fede, anzi è voler crescere nella consapevolezza.
La risposta dell'angelo ha i toni del libro dell'Esodo, di una nube oscura e luminosa insieme, che copre la tenda, la riempie di presenza. Ma vi risuona anche la voce cara del libro della vita e degli affetti: è il sesto mese della cugina Elisabetta. Maria è afferrata da quel turbinio di vita, ne è coinvolta: ecco la serva del Signore. Nella Bibbia la serva non è "la domestica, la donna di servizio". Serva del re è la regina, la seconda dopo il re: il tuo progetto sarà il mio, la tua storia la mia storia, Tu sei il Dio dell'alleanza, e io tua alleata. Sono la serva, e dice: sono l'alleata del Signore delle alleanze.
Come quello di Maria, anche il nostro "eccomi!" può cambiare la storia. Con il loro "sì" o il loro "no" al progetto di Dio, tutti possono incidere nascite e alleanze sul calendario della vita.
● Questo mondo ne porta un altro nel grembo.
Inizio del Vangelo di Gesù. Sembra quasi un'annotazione pratica, un semplice titolo esterno al racconto. Ma leggiamo meglio: inizio di Vangelo, di una bella, lieta, gioiosa notizia. Ciò che fa cominciare e ricominciare a vivere e a progettare è sempre una buona notizia, un presagio di gioia, una speranza intravista.
Inizio del Vangelo che è Gesù. La bella notizia è una persona, un Dio che fiorisce sulla nostra terra: «Il tuo nome è: Colui-che fiorisce-sotto-il-sole» (D.M. Turoldo). Ma fioriscono lungo i nostri giorni anche altri vangeli, pur se piccoli; altre buone notizie fanno ripartire la vita: la bontà delle creature, chi mi vive accanto, i sogni condivisi, la bellezza seminata nel mondo, «la tenerezza che trova misteri dove gli altri vedono problemi» (L. Candiani). E se qualcosa di cattivo o doloroso è accaduto, buona notizia diventa il perdono, che lava via le ombre dagli angoli oscuri del cuore.
Viene dopo di me uno più forte di me. Gesù è forte, non perché "onnipotente" ma perché "onni-amante"; forte al punto di dare la propria vita; più forte perché è l'unico che parla al cuore. E chiama tutti a essere "più forti", come lo sono i profeti, a essere voce che grida, essere gente che esprime, con passione, la propria duplice passione per Cristo e per l'uomo, inscindibilmente. La passione rende forte la vita.
Giovanni non dice: verrà un giorno, o sta per venire tra poco, e sarebbe già una cosa grande. Ma semplice, diretto, sicuro dice: viene. Giorno per giorno, continuamente, ancora adesso, Dio viene. Anche se non lo vedi e non ti accorgi di lui, Dio è in cammino. L'infinito è all'angolo di ogni strada. C'è chi sa vedere i cieli riflessi in una goccia di rugiada, Giovanni sa vedere il cammino di Dio, pastore di costellazioni, nella polvere delle nostre strade. E ci scuote, ci apre gli occhi, insinua in noi il sospetto che qualcosa di determinante stia accadendo, qualcosa di vitale, e rischiamo di perderlo: Dio che si incarna, che instancabilmente si fa lievito e sale e luce di questa nostra terra.
Il Vangelo ci insegna a leggere la storia come grembo di futuro, a non fermarci all'oggi: questo mondo porta un altro mondo nel grembo. La presenza del Signore non si è dissolta. Anzi, il mondo è più vicino a Dio oggi di ieri. Lo attestano mille segni: la coscienza crescente dei diritti dell'uomo, il movimento epocale del femminile, il rispetto e la cura per i disabili, l'amore per madre terra...
La buona notizia è che la nostra storia è gravida di futuro buono per il mondo, gravida di luce, e Dio è sempre più vicino, vicino come il respiro, vicino come il cuore. Tu sei qui, e io accarezzo la vita perché profuma di Te.
● «L'angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio». (Lc 1,30) - Come vivere questa Parola?
"Non temere" è una tra le più comuni rassicurazioni che l'uomo può esprimere. Fa parte dell'esperienza comune constatare quanto lo stato di timore convive dentro di noi in modo latente ed emerge come un segno di allarme di fronte alla novità ignota con cui veniamo a contatto. Spesso il timore ansioso è provocato dalla difficoltà ad accettare le diversità, i cambiamenti, gli imprevisti e le frustrazioni. In alcuni il timore diventa condizione patologica e manifesta lo stato di immaturità e di estrema fragilità della condizione umana. Le reazioni al timore sono diverse e molteplici: si va dalla reazione violenta alla fuga nell'isolamento, dall'intolleranza all'indifferenza. Il timore manifesta la paura di vivere e di amare. Nella concezione biblica, l'invito a «non temere» va inteso non solo come una espressione rassicurante, ma anche come una «rivelazione» che apre nuove prospettive in vista della fede e della speranza nel domani. Maria è invitata a "non temere", a non aver paura, a non chiudersi in se stessa, sulla difensiva: Dio le ha fatto grazia! Maria ha trovato tanta grazia, da essere riempita di Grazia e diventare "Graziata". Questo è il suo vero nome! Il suo, come il nostro vero nome è, infatti, l'Amore che Dio ha per noi, è Lui stesso in noi!
La fiducia vince il timore perché ci lascia riposare "tranquilli e sereni come bimbi in braccio alla madre"; la fiducia rigenera energie per amare e continuare a volere il bene. La fiducia ci converte al Cuore di Cristo e ci aiuta a lasciarci amare da Lui. Maria, l'Immacolata ci aiuti, come ha fatto Lei, a fidarci dell'Amore di Dio fino ad arrivare a riconoscere in questo Amore il nostro vero nome!
Ecco la voce di Papa Francesco (Angelus 8 dicembre 2013): In questa festa... contemplando la nostra Madre Immacolata, bella, riconosciamo anche il nostro destino più vero, la nostra vocazione più profonda: essere amati, essere trasformati dall'amore, essere trasformati dalla bellezza di Dio. Guardiamo lei, nostra Madre, e lasciamoci guardare da lei, perché è la nostra Madre e ci ama tanto; lasciamoci guardare da lei per imparare a essere più umili, e anche più coraggiosi nel seguire la Parola di Dio; per accogliere il tenero abbraccio del suo Figlio Gesù, un abbraccio che ci dà vita, speranza e pace
● «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». (Lc 1,38) - Come vivere questa Parola?
Celebriamo la festa dell'Immacolata Concezione di Maria: colei che doveva essere Madre del Salvatore non doveva neppure per un istante essere preda del peccato che all'origine ha macchiato i nostri progenitori, ma essere pura e santa fin dal primo momento della sua venuta nel mondo. Maria si lascia coinvolgere nel piano di Dio: si considera la "serva" del Signore e ne accetta pienamente la volontà. A Dio che chiede la cooperazione della creatura umana per realizzare il suo piano di salvezza, Maria risponde con prontezza e generosità: ella sarà così la prima "salvata", tanto che neppure la colpa originale la toccherà.
Perfettamente immacolata, ella sarà il primo "fiore" che, come creatura umana, dalla terra si leva al cielo, diventa l'ideale di ogni persona che risponde perfettamente al progetto di Dio: "essere santi e immacolati al suo cospetto" (cf Ef. 1,4). Colei che è stata salutata ed era effettivamente "piena di grazia" (cf Lc 1,28), ricolmata di doni divini, si presenta a noi come modello di vita cristiana, come "pellegrina della fede" (cf Lumen gentium 58), come la persona umana che ha risposta sempre di "sì" a Dio. O Maria, aiutaci ad imitare la tua generosa accettazione della volontà divina.
Ecco la voce di un vescovo Mons. Tonino Bello: O Donna bellissima, Maria, attraverso te vogliamo ringraziare il Signore per il Mistero della tua bellezza. Egli l'ha disseminata qua e là sulla terra, perché lungo la strada tenga deste nel nostro cuore di viandanti l'insopprimibile nostalgia del cielo. Santa Maria, donna bellissima, bellissima come un plenilunio di primavera, facci comprendere che sarà la bellezza a salvare il mondo"
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6) Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nella orazione
- Preghiamo perché la Chiesa, a imitazione dellumile donna di Nazaret, sia sposa santificata da Cristo, vergine per lintegrità della fede, madre feconda nel soffio dello Spirito?
- Preghiamo perché la potenza del Signore, per intercessione di Maria, nuova Eva, sollevi la nostra vita dal peso e dalla tristezza del peccato e ci faccia gustare la vera libertà dei figli?
- Preghiamo perché il popolo cristiano riconosca nella Vergine immacolata un segno di consolazione e di speranza, nelle prove della vita e in questo tempo di attesa vigilante del Salvatore?
- Preghiamo perché ogni vita nuova sia accolta e custodita con la stessa tenera premura con cui la giovane figlia di Sion portò nel grembo Cristo, luce delle genti?
- Che valore ha per me l'ascolto della Parola e il discernimento?
- Come posso generare Cristo in me per darlo al mio prossimo?
- Ho coscienza di essere chiamato a collaborare al realizzare il progetto di Dio per la salvezza del creato?
7) Preghiera: Salmo 97
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa dIsraele.
Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni!