S. Ignazio di Antiochia, vescovo e martire (memoria)

ottobre 17 , 2023
S. Ignazio di Antiochia, vescovo e martire (memoria)

S. Ignazio di AntiochiaVescovo e martire, Padre della Chiesa(memoria)

 

Dalla data del 1° febbraio, la memoria di S. Ignazio di Antiochia è stata riportata ad oggi, data tradizionale del suo martirio, dal nuovo Calendario ecclesiastico, che la prescrive come obbligatoria per tutta la Chiesa.

 

I

gnazio è  venerato come santo dalla Chiesa cattolica e quella ortodossa; è annoverato fra i Padri della Chiesa. Fu il secondo successore di Pietro come vescovo di Antiochia di Siria, cioè della terza città per grandezza del mondo antico mediterraneo.

Non era cittadino romano;  pare che non fosse nato cristiano e che, anzi, si sia convertito assai tardi. Ciò non toglie che egli sia stato uomo d'ingegno acutissimo e pastore ardente di zelo.

Mentre era Vescovo ad Antiochia, l'Imperatore Traiano dette inizio alle persecuzioni (98-117), che privarono la Chiesa degli uomini più in alto nella scala gerarchica e più conosciuti in fama e santità.

 

Arrestato e condannato “ad bestias”, Ignazio fu condotto, in catene, con un lunghissimo e penoso viaggio, da Antiochia a Roma dove si allestivano feste in onore dell'Imperatore vittorioso nella Dacia e i martiri cristiani dovevano servire da spettacolo, nel circo, sbranati e divorati dalle belve.

Durante il viaggio da Antiochia a Roma scrisse sette lettere alle chiese che incontrava sul cammino o vicino ad esso. Esse ci sono rimaste e sono una testimonianza unica della vita della chiesa dell'inizio del II secolo :

 

Ø  Da Smirne scrisse alle comunità dell'Asia Minore, di Efeso, di Magnesia e di Tralli ringraziandole per le numerose dimostrazioni d'affetto testimoniate nei suoi travagli; scrisse poi ai romani, supplicandoli di non impedire il suo martirio,  inteso come conseguimento d'una lunga vita di sacrifici: “Com'è glorioso essere un sole al tramonto, lontano dal mondo, verso Dio. Possa io elevarmi alla tua presenza”.

Ø  Dalla Troade poi scrisse alla chiesa di Filadelfia e a quella di Smirne chiedendo che si congratulassero con i suoi fedeli d'Antiochia che avevano sopportato con coraggio le persecuzioni ora ivi concluse.

Ø  Scrisse anche a Policarpo, vescovo di Smirne aggiungendovi interessanti direttive per l'esercizio della funzione episcopale, consigliandogli di “tenere duro come l'incudine sotto il martello”.

 

Le sue lettere esprimono calde parole d'amore a Cristo e alla Chiesa. Appaiono per la prima volta le espressioni “Chiesa cattolica” e “cristianesimo”, che sono ritenuti neologismi creati da lui. Sono una finestra aperta per conoscere le condizioni e la vita della chiesa del suo tempo. In particolare appare per la prima volta nelle sue lettere la concezione tripartita del ministero cristiano: vescovo, presbiteri, diaconi. Altro tema significativo è la confessione della vera umanità di Cristo contro i doceti, i quali sostenevano che l’incarnazione del Figlio di Dio fosse stata solo apparente.

 

Giunto a Roma, nell'anno 107, il Vescovo di Antiochia fu veramente sbranato dalle belve del Circo, per le quali il Martire trovò espressioni di una insolita tenerezza e poesia: “Accarezzatele, scriveva infatti, affinché siano la mia tomba e non facciano restare nulla del mio corpo, e i miei funerali non siano a carico di nessuno”.

Le sue ossa vennero raccolte da alcuni fedeli e ricondotte ad Antiochia dove furono sepolte nel cimitero della chiesa fuori della Porta Dafnitica. Per l'occasione Giovanni Crisostomo predicò sulla vita del martire. A seguito dell'invasione saracena le reliquie furono ricondotte a Roma e lì sepolte presso la chiesa di S. Clemente dove tuttora riposano

 

La Chiesa cattolica celebra la sua festa il 17 ottobre, quella ortodossa il 20 dicembre.

 

Significato del nome Ignazio : «di fuoco, igneo» (latino). 

 

Per approfondimenti biografici leggere la Catechesi di Papa Benedetto XVI: >>> Sant'Ignazio d'Antiochia [Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

©Evangelizo.org

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Il Verbo di Dio, immateriale e privo di sostanza corruttibile, si stabilì tra noi, anche se prima non ne era lontano. Nessuna regione dell'universo infatti fu mai priva di lui, perché esistendo insieme col Padre suo, riempiva ogni realtà della sua presenza. Venne dunque per amore verso di noi e si mostrò a noi in modo sensibile... Preso da compassione per il genere umano e la nostra infermità e mosso dalla nostra miseria, non volle che rimanessimo...

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