Il tesoro nascosto nel campo delle Scritture

Sant'Ireneo di Lione (ca130-ca 208), vescovo, teologo e martire - Contro le Eresie, IV, 26; SC 100, 711

luglio 28 , 2021
Cristo era presente a tutti coloro ai quali, dal principio, Dio comunicava la sua Parola, il suo Verbo. E se qualcuno legge la Scrittura in questa prospettiva, troverà in essa un'espressione concernente Cristo e una prefigurazione della chiamata nuova. Infatti è lui « il tesoro nascosto nel campo » cioè nel mondo (Mt 13, 38). Tesoro nascosto nelle Scritture, perché veniva manifestato attraverso figure e parabole che, umanamente parlando, non potevano essere intese prima che le profezie fossero compiute, cioè prima della venuta del Signore. Perciò è stato detto al profeta Daniele: « Chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine » (Dn 12, 4). (...) Anche Geremia dice: « Alla fine dei giorni comprenderete tutto! » (Ger 22, 20). (...)       Letta dai cristiani, la legge è un tesoro, un tempo nascosto in un campo, ma rivelato e spiegato dalla croce di Cristo; (...) essa manifesta la sapienza di Dio, rivela i suoi disegni di salvezza per l'uomo, prefigura il Regno di Cristo, preannuncia la Buona Novella dell'eredità della Gerusalemme santa, predice che l'uomo che ama Dio progredirà fino a vederlo ed a udire la sua parola, e sarà glorificato da questa parola. (...)       In questo modo, dopo la sua risurrezione, il Signore ha spiegato le Scritture ai suoi discepoli, dimostrando loro con esse che « bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria » (Lc 24, 26). Quindi se qualcuno legge le Scritture in questo modo, sarà un discepolo perfetto, « simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e antiche » (Mt 13, 52).     

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