La Famiglia è un bene di tutti
La famiglia è dove la Vita ha inizio e l'Amore non ha fine

La famiglia è un bene universale che forse andrebbe tutelato come patrimonio dell’umanità. La famiglia non ha colore, non appartiene alla destra, alla sinistra o al centro degli schieramenti politici, è una realtà che dovrebbe stare a cuore a tutti: se la famiglia cresce tutto il Paese ne trae beneficio. La famiglia è tuttora una risorsa vera, ma maltrattata, e finora, oltre alle tante promesse, nessuno ha messo mano ad una concreta politica familiare. A cominciare da un fisco più equo che riconosca il valore sociale dei figli per lo sviluppo e il futuro dell’Italia, per giungere alla centralità della maternità in modo che la donnamadre sia veramente tutelata e garantita e possa poi conciliare il lavoro con la crescita dei figli. Altri paesi, europei e non, hanno offerte migliori, e dall’Italia, dove la natalità continua a diminuire, più di centomila giovani all’anno partono per cercare di crearsi un futuro ed una famiglia all’estero.
Che la famiglia debba essere urgentemente sostenuta è il messaggio lanciato dal Cardinal Bassetti già in diversi interventi a difesa della famiglia tradizionale. Difesa che necessita anch’essa di ulteriore sostegno per l’avvicendarsi dei diversi tipi di unione ammessi dalle vigenti leggi. Pierpaolo Donati, sociologo e filosofo italiano, uno tra i maggiori esperti in politiche familiari ha scritto: “Il sostegno alle coppie che intendono concretamente “far famiglia” è urgente e doveroso.
Ma in Italia per questi obiettivi non si fa nulla. Promuovere una politica per la famiglia non vuol dire negare i diritti ad altre forme di convivenza, che nascono dalla libera scelta delle persone. Ma sempre tenendo distinte realtà che sono diverse. La famiglia ha un suo genoma insostituibile. Altre forme, come le unioni civili, sono “altro”. Ed è giusto distinguere, che non vuol dire discriminare. Ma una famiglia con figli ha funzioni sociali che altri tipi di unione non possono avere. E queste funzioni vanno riconosciute”.
La famiglia si origina nel matrimonio, ma anche questo è in declino. I giovani preferiscono la convivenza e solo dopo mesi, a volte anni, decidono per il matrimonio. Tra questi, se pur cristiani per i sacramenti ricevuti, molti scelgono il rito civile. Progressiva crisi di fede? Più semplice da cancellare? Desiderio di personalizzare la cerimonia, come è consuetudine nel civile, con letture poetiche, canti, fantasie diverse? Convinzione che una formula vale l’altra, tanto la sostanza non cambia? Ma non è così. Il matrimonio religioso non dipende da una legge scritta dagli uomini a garanzia dei diritti e doveri dei contraenti, è ben altro. Anche se può avere validità civile, il matrimonio celebrato in Chiesa ha il suo significato nel dono di grazia proprio di questo sacramento in cui gli sposi sono ministri e al tempo stesso coloro che lo ricevono.
Con una scelta libera, ispirata dall’amore, l’uomo e la donna si legano l’uno all’altro, impegnando la propria persona e l’intera esistenza: “Io accolgo te come mio sposo (mia sposa). Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”.
È il consenso nuziale, progetto globale di vita, donazione personale totale, che include come sua espressione propria la reciproca totale donazione dei corpi. I due promettono di essere reciprocamente fedeli per tutta la vita, di amarsi e onorarsi, di accogliere con responsabilità i figli che Dio donerà loro e di educarli nella fede cristiana. Il loro stesso consenso è elevato a sacramento, segno che esprime, contiene e comunica l’amore di Cristo per la Chiesa. Il matrimonio religioso contempla l’indissolubilità del vincolo e anche nei casi in cui vengano meno i presupposti per mantenere l’unione, sempre la Chiesa opera a favore della conciliazione possibile.
È su questi principi che nasce la famiglia cristiana che non vuole sentirsi superiore a nessuno, né migliore. Ma solamente chiede il rispetto dei valori morali che la motivano.