"La vostra afflizione si cambierà in gioia" (Gv 16,20)

Giovanni Carpazio (VII sec.), monaco e vescovo - Lettere ai monaci dell'India

maggio 22 , 2020
Si dice, a che ci è servito subire afflizioni noi che non smettiamo di pregare e cantare, quando quelli che non pregano, quelli che non fanno veglie, sono nella gioia, si rallegrano, prosperano e passano allegramente la vita? Come dice il Profeta: "Ecco, sono costruite case straniere e le vediamo nella gioia". E aggiunge: "Queste le cose che denunciavano i servitori di Dio" (Ml 3,16-17 LXX), loro che hanno conoscenza. Ma occorre sapere che coloro che sono afflitti, coloro che sono duramente tormentati, coloro che sono molto provati portando testimonianza del maestro su se stessi, non soffrono nulla che possa sorprenderli. Poiché hanno sentito nel Vangelo: "In verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà" (Gv 16,20). Ma ancora un poco ed io vi visiterò con il Consolatore, dissiperò lo scoraggiamento, vi rianimerò con pensieri di vita e di riposo celeste e con dolci lacrime che vi sono mancate nei giorni della prova. Vi darò il seno della mia grazia come una madre dà il seno al suo bambino che piange. Voi stanchi della lotta, vi fortificherò con la potenza dall'alto. Voi pieni di amarezza, vi colmerò di affetto, come dice Geremia nelle Lamentazioni, quando parla della Gerusalemme nascosta in te. Ma verrò a vedervi, e il vostro cuore si rallegrerà di questa visita segreta. La vostra afflizione si cambierà in gioia e nessuno potrà togliervi la vostra gioia (cf. Gv 16,22).    

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