Produrre frutti buoni

Giovanni Taulero (ca 1300-1361), domenicano a Strasburgo - Omelie, 7

giugno 28 , 2017
In una vigna, si rivolta la terra attorno al ceppo di vite e si sarchiano le erbacce. Anche l'uomo deve sarchiare se stesso, profondamente attento a ciò che ci potrebbe essere ancora da sradicare nel fondo del suo essere, affinché il Sole divino possa avvicinarsene più immediatamente e brillarvi. Se lascerai che la forza dall'alto faccia la sua opera..., il sole diventerà luminoso, dirigerà i suoi raggi cocenti sui frutti e li renderà sempre più trasparenti. Saranno sempre più dolci, le bucce che li avvolgono diventeranno sottilissime. Così succede nel campo spirituale. Gli ostacoli intermedi diventano infine così tenui che riceviamo senza sosta i tocchi divini molto da vicino. Ogni qualvolta ci rivolgiamo a lui, troviamo sempre dentro di noi il divino Sole che brilla con più chiarore di tutti i soli che hanno mai brillato nel firmamento. E così, tutto nell'uomo viene deificato al punto che non sente, non gusta, non conosce nulla di così reale quanto Dio, con una conoscenza innata, e questa conoscenza supera di gran lunga il modo di conoscenza della nostra ragione. Infine, si tagliano le foglie dei tralci perché il sole possa diffondersi sui frutti senza incontrare nessun ostacolo. Così succede in questi uomini: ogni intermediario viene a cadere e ricevono tutto in modo diretto. Ecco che cadono preghiere, rappresentazioni dei santi, pratiche di devozione, esercizi. L'uomo si guardi tuttavia dal respingere queste pratiche prima che esse cadano da sole. A quel punto, il frutto diviene così indicibilmente dolce che nessun ragionamento può capirlo... Siamo una cosa sola con la dolcezza divina, così che il nostro essere è del tutto penetrato dall'Essere divino e vi si perde come una goccia d'acqua in un grande fusto di vino... A questo punto le buone intenzioni, l'umiltà, non sono altro che semplicità, un mistero così radicalmente sereno che a malapena se ne ha coscienza.     

\"Alla vista della città, Gesù...

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Quando il nostro Signore e Salvatore fu vicino a Gerusalemme, alla sua vista, pianse su di essa: \"Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verrano per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee\"... Forse qualcuno dirà: \"Il senso di queste parole è chiaro; difatti, si sono realizzate riguardo a Gerusalemme; l'esercito romano l'ha assediata e devastata fino allo sterminio, e...

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