"Su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata" (Mt 4,16)

San Romano il Melode (?-ca 560), compositore d'inni greco - 2° Inno per l'Epifania, 1,3,8; SC 110

gennaio 03 , 2020
E' apparso un sole nell'Eden su Adamo accecato, è sorto da Betlemme e gli ha aperto gli occhi lavandoli nelle acque del Giordano. Su colui che l'ombra e le tenebre coprivano si è alzata la luce che mai più si spegnerà. Non più notte per lui, tutto è giorno; è sorto per lui il momento dell'alba perché al crepuscolo si era nascosto, come dice la Scrittura (Gen 3,8). Quello che la sera era caduto ha trovato l'aurora che lo illumina, è sfuggito all'oscurità, ha camminato verso il mattino che si è manifestato e tutto ha illuminato. (...) Canta, canta, Adamo, adora colui che a te viene; mentre ti allontanavi, lui ti si è manifestato perché tu possa vederlo, toccarlo e accoglierlo. Quello che temevi quando hai sbagliato, si è fatto simile a te, è disceso sulla terra per prenderti nei cieli, è diventato mortale perché tu divenga Dio e rivesta la tua primitiva bellezza. Per riaprirti le porte dell'Eden ha abitato Nazareth. Cantalo per tutto questo, uomo, e glorifica con salmi colui che si è manifestato e tutto ha illuminato. Gli occhi dei figli della terra hanno ricevuto la forza di contemplare il volto celeste; lo sguardo degli esseri del suolo (Gen 2,7) hanno visto brillare senza ombra la luce immateriale che profeti e re non hanno visto, ma avevano desiderato vedere (Mt 13,17). Il grande Daniele è stato chiamato uomo di desiderio, perché desiderava contemplare colui che contempliamo. Anche Davide lo ha sperato; quanto era nascosto ora lo possiamo comprendere: è colui che si è manifestato e tutto ha illuminato.    

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