XV Domenica del Tempo Ordinario - Anno A
don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 16 Luglio 2023
Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Che terra sono io? Questo l’interrogativo bruciante del Vangelo di oggi. Noi sempre preoccupati per il seme (la fede), dimenticandoci che il seme è un dono e non è una preoccupazione.
Ci preoccupiamo di fare ragionamenti al posto di Dio, e poi ci dimentichiamo che se la terra della nostra umanità non è buona non porteremo nessun frutto. Possiamo solo lavorare la terra di ciò che siamo e avere poi l’umiltà di accogliere il dono del seme come qualcosa che può portare frutti di cambiamento.
Ma se abbiamo il seme (la fede) ma esso non porta nessun risultato nella nostra vita, il problema non è di Dio che non funziona, ma della terra (noi) che soffoca ogni tentativo di vita diversa dalle pietre, rovi e corvi vari che solitamente ospitiamo al posto del seme. Cerchiamo di essere terra buona, perché terra libera. Libera da tutto ciò che non rende la vita degna di questo nome.
Fate fuori tutto ciò che è di intralcio. Buttate via tutto ciò che la inguastisce. Semplifichiamo. Teniamoci ciò che conta e non confondiamolo mai con ciò che ci sembra urgente. La vita è troppo breve per essere sprecata con ciò che non è davvero importante.
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 13,1-23
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco