I tesori di Bannone
Festa della Presentazione al Tempio di Gesù - 02 Febbraio 2019






Una serata dove la cultura e la storia sono state le vere protagoniste. Perché, come dirà Don Francesco Ponci, "non possiamo scegliere dove andare, senza conosce le nostre radici", senza conoscere da dove siamo venuti. La storia, dunque, che si fa viaggio. Il viaggio di una comunità che, seppur piccola è, ci tiene a sottolineare Don Andrea Avanzini, Priore di Bannone; viva, ed era viva e vitale quando nel 2001, faceva il proprio ingresso come nuovo parroco. Una vitalità che si dimostra nell'attaccamento alla propria chiesa e alle proprie tradizioni e vede in gesti concreti e donazioni importanti una manifestazione della propria fede.






Sono questi gesti concreti che hanno permesso di conservare e salvaguardare un patrimonio storico, fatto anche delle preziose suppellettili e paramenti ammirati questa sera, grazie all'iniziativa di Don Andrea e all'interessante e coinvolgente esposizione di Don Francesco, che ci ha condotto a conoscere gli abiti liturgici, il loro uso e il loro significato. Abiti del 1700, un periodo fiorente e per questo più munifico, che hanno risentito del gusto e della moda del tempo. Abiti che hanno, per la forma per l'uso che ne è stato fatto, voluto marcare una differenza rispetto ad altre culture o ad altre forme di cristianesimo. Abiti espressione, anche, della dominazione del tempo. Ma abiti che non sono mai fine a se stessi: "il sacerdote li indossa, si maschera, assumendo un'altra identità, perché in quel momento, non è lui che agisce, ma è Cristo che agisce in lui". Significato attraverso il significante.






Il tempo, purtroppo limitato, non ha permesso di approfondire le tappe storiche del paese di Bannone. La professoressa Moroni ha saputo incuriosire i numerosi convenuti, parlando delle origini romane di questo luogo: il toponimo Bannone rimanderebbe, infatti, al latino vadum, guado, perché in questa zona la via principale, il cursus, avrebbe guadato il Masdone, proseguendo di traverso (Traversetolo) verso l'Enza. L'attestazione del nome Bannone risulta per la prima volta in un documento del 1033, ed è con la diffusione e l'espansione dei monasteri benedittini che in questa zona si forma una comunità. Un antipasto, sapientemente dosato per stuzzicare l'appetito e suscitare il desiderio che altre occasioni consentano di scoprire altre tappe di questo viaggio. Il clavicembalo di Francesco Monica e le voci del Coro la Fontana, hanno incorniciato e arricchito una serata che ha elevato le menti e le anime.









