Mercoledì della XXVIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
S. Teresa d'Avila, vergine e Dr. della Chiesa (1515-1582)











Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 2,1-11.
Sei dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose.
Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità contro quelli che commettono tali cose.
Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio?
O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?
Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio,
il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere:
la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità;
sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all'ingiustizia.
Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco;
gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco,
perché presso Dio non c'è parzialità.
Salmi 62(61),2-3.6-7.9.
Solo in Dio riposa l'anima mia;
da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa: non potrò vacillare.
Solo in Dio riposa l'anima mia,
da lui la mia speranza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: non potrò vacillare.
Confida sempre in lui, o popolo,
davanti a lui effondi il tuo cuore,
nostro rifugio è Dio.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,42-46.
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.
Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.
Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi».
Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».