
La tradizione del lavoro femminile per beneficenza
Oggi a Traversetolo l’Oratorio Parrocchiale di “Manodopera” o “delle Signore”, col proprio lavoro di cucito a scopo di beneficenza, non solo conferma l’intento al bene comune operato della parrocchia ma fornisce un sostegno quanto mai utile per le diverse necessità della comunità.
Questa tradizione ha origine nel passato: furono le Figlie della Croce che, avendo tra le materie insegnate nel loro Collegio il ricamo, cucito, pittura ed altro, iniziarono a produrre e commercializzare i manufatti per impegnare il ricavato in opere di bene: asilo infantile, oratorio festivo, educazione scolastica. Sin dai primi tempi, 1910/11, i lavori delle educande venivano esposti all’interno del Collegio, si trattava di esecuzioni di alto pregio confezionati dalle educande e dalle alunne esterne accolte nel Lavortorio di cucito: numerosi ricami in bianco a punto pieno e a punto inglese; lavori a punto inglese, punto norvegese, a punto richelieu, rinascimento e a punto Venezia; lavori a tombolo e a colori ricamati in lana, seta, in oro; a cui si aggiungono opere di pirografia, di pittura e di bulino.
Nel 1911 i lavori più ammirati furono quelli delle signorine Cevaschi Tina, Giudarossi Tilde, Altomani Domenica, Mutti Carolina, Pedretti Giuseppina, Brozzi Graziella, Ronchei Angiolina e delle sorelle Lanati.
Col trascorrere del tempo e con l’affermarsi delle tradizionali “pesche di beneficenza” organizzate dalla parrocchia, alcuni manufatti venivano donati per essere inseriti tra i premi, contribuendo così alla spesa parrocchiale per l’acquisto degli oggetti in palio.
Ma la beneficenza si realizzava anche all’interno della scuola stessa di lavoro: molte alunne imparavano con la frequenza un vero e proprio lavoro che consentiva loro di mantenersi anche alla fine del corso. Nel 1920 si realizza, sempre presso le Suore e per desiderio della Sig.na Corinna Vignali, il “Lavoratorio di cucito” per le giovani del paese presso cui appresero l’arte della confezione anche le Sorelle Fontana.
Il Lavoratorio avrà lunga vita oltrepassando gli anni cinquanta del Novecento.
L’abilità delle giovani donne ed il desiderio di poter contribuire al proprio bene ed a quello della comunità, consentì, sempre nel 1920, grazie all’attività dell’arciprete di Cazzola, don Rodolfo Barilla, segretario politico della sezione del Partito Popolare di Traversetolo e all’appoggio dell’Unione Cattolica del Lavoro di Parma, il sorgere della prima cooperativa con lavoratorio per indumenti femminili intitolata “L’Ape”.
Non va dimenticato poi il lavoro domestico delle donne che nel corso del primo conflitto mondiale confezionavano gratuitamente calzini, scaldavivande e altro da inviare al fronte; mentre le giovani della parrocchia raccoglievano indumenti per ricucirli e donarli alle famiglie bisognose.
Né va taciuto il lavoro domestico delle donne che a favore del restauro della nostra Chiesa Parrocchiale offrirono dal 1926 al 1929, per le diverse “pesche di beneficenza” numerosi lavori ad ago, ghette, colletti, cuscini e quant’altro usciva dalle loro mani esperte.
La tradizione del lavoro femminile di cucito ha quindi una lunga storia che contiene in sé il bene per la propria realizzazione e quello rivolto all’intera comunità.
Oggi questo lungo cammino si rinnova nella presenza in parrocchia dell’Oratorio delle “Signore” che pazientemente dedicano le loro abilità manuali a favore del prossimo.