Oratorio di San Geminiano in Vignale

Quello che oggi è ricordato come oratorio, come si conferma nelle diverse Visite Pastorali, era anticamente la chiesa del primitivo nucleo abitato di Vignale. Anche se non vi sono documenti probanti tale affermazione, si possono suggerire alcune considerazioni in merito. San Geminiano, vescovo di Modena nel IV secolo, è ricordato nella stessa città quale santo protettore. Scarse sono le dedicazioni a San Geminiano nel Parmense: quella di Vignale e la pieve di Vicofertile, entrambe documentate già dal X secolo.

Anche se per avere documentata una chiesa in Vignale dobbiamo attendere l’elencazione delle decime al 1230, è altrettanto vero che Vignale è già ricordato come  sorticella, corticella, nel 948; nel  991 compare nei possedimenti degli Attonidi di Canossa e nel 1116 S. Appolonii canussie  (il monastero di sant’Apollonio di Canossa)  possedeva 2  mansi in Vignale. Questo percorso documentario ci conferma da una parte l’antichità e l’importanza della zona, suggerendo la probabilità della presenza di una chiesa molto antica; dall’altra collega la località alla famiglia Attonide di Canossa e, considerando il fatto che Adalberto Atto di Canossa era marchese di Reggio e Modena, rendendo possibile un ulteriore legame tra lui e la fondazione di san Geminiano.

San Geminiano e la chiesa dell’Assunta di Vignale sono entrambe contemplati nelle decime del 1230, sottoposti alla chiesa di san Martino di Traversetolo. Nel 1520, in una bolla papale emessa per l’assegnazione del Patronato della chiesa di Vignale a favore dei Carbognani,  si impone che, essendo san Geminiano in rovina, lo si unisca in perpetuo alla chiesa dell’Assunta, che divenne poi parrocchiale nel 1564.

Nel 1578 la Visita Pastorale del vescovo Castelli ne metteva in risalto le precarie condizioni, che non parevano migliori nella successiva Visita del Vicario Foraneo di Bannone, don Pacchiani, al 1628. Nel 1656 un Decreto vescovile ne confermava l’avvenuto restauro poiché si ordinava solamente la sistemazione degli arredi, e la successiva Visita Nembrini del 1664 registra nihil decreti. Nel 1683 monsignor Saladini imponeva fiat taxellum, ma si fece ben di più: l’oratorio, come confermato dalla Visita di monsignor Marazzani del 1714, venne restaurato per volontà del popolo a fundamentis. Tuttavia, si ricorda nello stesso documento che l’oratorio era modestamente arredato e mancante di alcuni paramenti; vi si celebrava raramente, solo per comodità della villa (di Bottone). Un successivo decreto del 1761 concedeva di celebrare in tutte le feste dell’anno e nel giorno di san Geminiano.      Nel corso dell’ispezione condotta dal professor Zanoli e da don Monici nel 1833 l’oratorio venne dichiarato sospeso. Nel 1856 la popolazione ottenne l’assegnazione di un cappellano per la chiesa di Vignale in modo che potesse aiutare il parroco nelle celebrazioni anche nell’oratorio.   Negli anni successivi l’oratorio andò progressivamente degradando, tuttavia vi si mantenne la celebrazione della messa poiché, altrimenti, una parte della popolazione non avrebbe potuto assolvere al precetto festivo e soprattutto non si sarebbero potuti istruire i fanciulli nella dottrina. Ma verso il 1870 le condizioni erano veramente precarie; come attestava il Vicario Foraneo di Bannone Silvestro Pedretti, l’oratorio era di soli 10 metri di lunghezza per quattro di ampiezza e non poteva contenere la popolazione. Tuttavia rimaneva l’unica possibilità per ascoltare la messa per molti parrocchiani ed inoltre una signora Pellegrini di Parma, che possedeva un podere limitrofo, si era resa disponibile a sue spese al mantenimento del necessario pur di conservare in attività l’oratorio. Ma dopo pochi anni già non vi si celebrava più. La popolazione allora indirizzò una supplica al Vescovo che ebbe esito favorevole: si riottenne un cappellano e ripresero le celebrazioni.

Nel 1899 si impose di riparare l’oratorio perché insicuro, ma ciò non avvenne e nel 1905 l’edificio, ormai sconsacrato, venne utilizzato come deposito dal Comune, poi come asilo infantile e scuola di lavoro, e nel 1921 venne abbattuto.
Ricostruito ed ampliato su progetto dell’ingegnere Ugo Bianchedi, in data 31 gennaio 1926 il dottor don Roberto Simonazzi benedisse il nuovo oratorio assistito dal parroco di Vignale don Corchia. Le spese furono sostenute dalle offerte degli 86 parrocchiani.

Nel corso della Visita pastorale del 1929 era così descritto: la facciata è di pietra a vista, materiale dell’antico oratorio, il resto è di mattoni e pietra. Esteticamente all’interno e all’esterno è in condizioni discrete. Per il momento non ha bisogno di alcun restauro. Vi è una piccola sagrestia che si trova nelle condizioni in cui si trova la chiesa. Vi è una piccola campana al di sopra di detta sagrestia. I banchi sono in condizioni discrete. L’altare è ancora provvisorio, in seguito sarà sostituito con un altare fisso possibilmente di marmo. Vi è un quadro rappresentante una fase della vita di san Geminiano in condizioni alquanto precarie.
Il vescovo Colli nel 1958 ne confermava lo stato discreto pur constatando i danni causati dal cedimento del terreno su cui poggiava. Venne poi restaurato ed attualmente è mantenuto efficiente dalla popolazione e dal parroco di Vignale che vi celebra la messa settimanale.





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