Don Andrea Avanzini

Nato a Parma il 3/10/1965; ordinato sacerdote l’11/5/1991. Baccelliere in teologia (Il baccellierato canonico in teologia è un diploma canonico, che corrisponde ad una laurea di primo livello in teologia cattolica.).

Nomine: Priore di Bannone 1/10/2000; Mansionario della Basilica Cattedrale, 11/10/2004; Amministratore parrocchiale di Castione Baratti, 1/9/2006; Amministratore della Parrocchia di Mamiano dal 2006 al 2009 e, contemporaneamente, Presidente della locale Scuola Materna; Assistente ecclesiastico diocesano del M.A.C., 19/10/2011. Ha frequentato la scuola media in Seminario, dove poi è divenuto Animatore; ha avuto il primo incarico di Cappellano a Noceto. Ha servito come Consorziale nella Chiesa di Santa Lucia di Parma; ha prestato servizio all’ufficio di don Giulio Ranieri (vicario generale) e del vescovo Bonicelli.

È deceduto il 7 marzo 2020 per arresto cardiaco.

È stato un buon sacerdote, preparatissimo, di profonda cultura e dotato di straordinaria
Amava le persone, amava conoscerle, frequentarle e avvicinarle a sé; ma detestava le ipocrisie, le false apparenze, i protagonismi. La sua schiettezza, il suo porre in luce il difetto là dove regna la certezza d’essere nel giusto, non lo ha certo aiutato a farsi amare. La sua era una grande fede, sincera, meditata e praticata col servizio; spesso ripeteva che la Chiesa si serve, non ci si serve della Chiesa.

Pregava molto e per tutti; cercava nei parrocchiani l’affetto e la fiducia come sacerdote, per questo a volte si rammaricava: il sacerdote serve per le funzioni, ma nessuno viene da me a chiedermi come si prega; tutti hanno fede, ma la propria, questo non fa comunità. Era un irriducibile entusiasta, fiducioso nella provvidenza per chi agisce nel bene; tanto si è impegnato per il restauro della sua Chiesa di Bannone, per dare ai ragazzi e ai giovani un luogo di ritrovo e divertimento ripristinando il “campo da gioco” a fianco della Chiesa; ha riportato in luce antichi riti religiosi tradizionali unendo l’effetto scenico all’intimità delle funzioni: paracadutisti, raduno di animali, processioni … nell’intento di aggregare e fare della Chiesa un luogo di vita vera, religiosa, aggregante e di cultura. Medesimo impegno lo ha riversato nella conduzione della parrocchia di Castione Baratti, a cui era particolarmente legato e nella collaborazione con i sacerdoti che si sono susseguiti in quella di Traversetolo. Le tante esperienze vissute e le amarezze sofferte avevano certamente inciso sul suo carattere a volte scostante e irrequieto reso più fragile dal senso di solitudine e dall’angoscia del giudizio superficiale di molti.

Chiedeva: Come mi vede la gente?
Dipende: chi vuole vedere con gli occhi della fede, vede un uomo con le sue fragilità e un sacerdote che crede profondamente in un mondo diverso, veramente cristiano; chi vuole invece vedere con gli occhi del proprio giudizio, non trasmette se non le proprie debolezze. Resta comunque in tutti un’identica tristezza per la perdita di un giovane sacerdote che molto ha dato lasciando in eredità la sua stessa vita, in cui generosità, sfide, bontà, provocazioni originavano dalla ferma volontà di far vivere il Vangelo. Una vita che induce a profonda meditazione sul bisogno dell’amore di Dio.





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