Domenica XXIII del Tempo Ordinario - Anno C

Commento al Vangelo Missionari della Via

settembre 07 , 2025

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: "Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro". Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo»

Il brano di Vangelo di questa domenica è uno di quelli che saremmo tentati di addolcire perché troppo esigente. «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo». Con queste parole Gesù chiede che l’amore per Lui passi avanti a tutti gli altri amori e a tutti i propri averi: «Nulla assolutamente anteporre all’amore per Cristo» diceva san Benedetto. Seguire Cristo, assecondare il piano di salvezza di Dio implica una rottura con le dipendenze infantili. Ad esempio, siano benedetti i nostri genitori ma non ci danno la vita eterna, la vita soprannaturale che ci viene donata nel battesimo. Quanti giovani non tagliano il cordone ombelicale e vivono la vita che i genitori hanno sognato per loro! Quanti genitori non lasciano andare i loro figli considerandoli un possesso o elevandoli a divinità! Quanti assolutizzano i rapporti terreni, creando disordinate dipendenze affettive: il coniuge, i genitori, i figli, chiunque può diventare l’assoluto! Senza questo passaggio, senza questo distacco dagli affetti terreni la nostra umanità rimane incompiuta. Pensate ad Abramo al quale Dio chiede il distacco dagli affetti terreni mettendolo alla prova con il sacrificio di Isacco. Pensiamo a san Francesco d’Assisi che, osteggiato dal padre terreno, gli restituisce anche gli abiti e dice: “non più padre mio Bernardone, ma Padre mio che è nei cieli”. Tuttavia sarebbe sbagliato pensare che l’amore per Dio entri in concorrenza con gli altri amori, finendo per escludere l’amore umano. Cristo non è “un rivale in amore”. In un’opera di Paul Claudel, intitolata “La scarpetta di raso”: «la protagonista, fervente cristiana ma anche follemente innamorata di Rodrigo, esclama tra sé, quasi stentasse a crederci: “È dunque permesso questo amore delle creature l’una per l’altra? Davvero, Dio non è geloso?”. E il suo angelo custode le risponde: “Come potrebbe essere geloso di ciò che ha fatto lui stesso?”» (Paul Claudel). L’amore per Cristo non esclude gli altri amori ma li ordina, li sostiene, li nutre. Gesù ci ricorda anche qual è il segno del vero amore per Lui: «Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo». Prendere la propria croce non significa andare in cerca di sofferenze, bastano già quelle che ci sono nella vita. Neppure Gesù è andato a cercarsi croci a destra e a sinistra ma ha preso su di sé quella croce che gli uomini gli hanno messo sulle spalle, e con il suo amore l’ha trasformata da strumento di morte a strumento di salvezza. Gesù non è neanche venuto a mettere croci sulle spalle degli uomini ma a dare loro un senso. Qualcuno ha detto che: «“chi cerca Gesù senza la croce, troverà la croce senza Gesù”, cioè senza la forza di portarla. L’Imitazione di Cristo ammonisce: “Se porti volentieri la croce, essa porterà te e ti condurrà al desiderato fine, dove la sofferenza avrà fine. Se la porti per forza, te ne fai un peso che ti graverà sempre più. Se getti via una croce, sicuramente ne troverai un’altra e forse più pesante. Tutta la vita di Cristo, fu croce e martirio e tu chiedi per te riposo e gaudio?"»

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