"Sì, io so che il mio Redentore è vivo" (Gb 19,25 Vg)

San Gregorio Magno (ca 540-604), papa, dottore della Chiesa - Libro XIV, SC 212 (trad. cb© evangelizo)

novembre 02 , 2023
"Sì, io so che il mio Redentore è vivo" (Gb 19,25 Vg) Giobbe non dice Creatore, ma Redentore: designa chiaramente colui che, dopo aver tutto creato, per riscattarci dalla schiavitù è apparso fra noi nell'incarnazione e con la sua Passione ci ha liberati dalla morte eterna. E bisogna notare con quale fede Giobbe insiste sulla potenza della divinità di colui del quale Paolo può dire: "fu crocifisso per la sua debolezza, ma vive per la potenza di Dio" (2 Co 13,4). Giobbe dice infatti: "Sì, io so che il mio Redentore è vivo". Cioè senza ambiguità: è stato flagellato, deriso, ferito di colpi, coronato di spine, coperto di sputi, crocifisso, è morto, questo vede il non credente; io, credo con fede certa che dalla sua morte egli è vivo, lui che è caduto nelle mani degli empi. Ma, beato Giobbe, quale fiducia ti dà la risurrezione del Maestro nella risurrezione della tua stessa carne, di grazia, proclamala apertamente. Il testo prosegue: "Io so che l'ultimo giorno risorgerò dalla terra". Sì, la risurrezione che manifesta nella sua persona, si compirà un giorno anche in noi. Sì, la risurrezione che manifesta in lui, ce l'ha promessa, perché le membra partecipino alla gloria del loro Capo.     

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