Domenica IV di Pasqua - Anno C

don Fabio Rosini – Commento al Vangelo di domenica 11 Maggio 2025

maggio 11 , 2025

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.

Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 11 maggio 2025 – Anno C, dai microfoni di Radio Vaticana (dove potete trovare il file audio originale utilizzato nel video).

La voce del pastore che tocca il cuore

Questa domenica, don Fabio riflette sul significato della quarta domenica di Pasqua, tradizionalmente dedicata alla figura del Buon Pastore, partendo dal Vangelo di Giovanni. Viene evidenziato il contrasto tra l’accoglienza e il rifiuto del messaggio cristiano da parte di diversi gruppi, come illustrato dagli Atti degli Apostoli.

Don Fabio sottolinea come il rapporto tra Gesù e i fedeli si fondi sulla conoscenza reciproca e sull’ascolto di una voce interiore, non su regole o imposizioni. Viene criticata un’interpretazione pastorale che privilegia strutture e norme rispetto alla relazione personale. La vera adesione è una conseguenza di questa conoscenza profonda e della potenza del Padre, dalla cui mano nessuno può essere strappato.

Riassumendo il video.

Il commento di don Fabio Rosini al Vangelo della quarta domenica di Pasqua, è dedicato alla figura del buon pastore. Il commento si basa sul capitolo decimo del Vangelo di Giovanni, che descrive la relazione tra Gesù e il suo gregge e il ruolo del Padre in questa relazione. Viene fatto un parallelo con il tredicesimo capitolo degli Atti degli Apostoli, dove Paolo e Barnaba, di fronte al rifiuto di alcuni giudei, decidono di rivolgersi ai pagani, i quali accolgono con gioia la parola del Signore. Questo evidenzia una dinamica di accoglienza e rifiuto.

Gesù descrive il rapporto con le sue pecore dicendo: “le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”. Le pecore seguono Gesù non per regole, imposizioni, obblighi o senso di appartenenza, ma perché si sentono conosciute e sentono che la sua voce è entrata nel loro cuore. È una relazione basata sull’intimità.

Il commento critica un approccio pastorale che ha spesso anteposto le strutture, le regole, l’inquadramento e l’appartenenza, paragonandolo a un esercito che avanza passo passo, e che viene definito inefficace.

Il rapporto che si stabilisce con Cristo è eterno. Nessuno può strappare dalla mano di Cristo chi si fa prendere da Cristo. Il Padre, che è il più grande di tutti, ha una mano potente dalla quale nessuno può decadere. Non è necessario minacciare, rimproverare o usare il senso di colpa per portare le persone alla fede o in Chiesa. Il vero modo è annunziare una parola che tocchi il cuore, che muova le persone dal di dentro e che offra l’esperienza del potere meraviglioso di Dio Padre. Il Padre e Cristo sono una cosa sola, e trovare la voce di Cristo significa trovare il Padre.

Viene criticato il tono tendenzialmente rimproveratorio spesso presente nella predicazione; l’ambito etico e morale non dovrebbe essere costrittivo o impositivo. Le pecore seguono perché sono toccate nel cuore dalla voce del pastore che le conosce.

La vita morale è una conseguenza di questa relazione e dell’accoglienza della parola, non la causa. È inutile cercare di correggere le azioni se la parola non entra nel cuore. Quando la parola di Cristo entra, porta a sentirsi identificati e conosciuti, e seguire diventa un atto di docilità a questa bellezza. La lotta spirituale nasce dal desiderio di restare col Padre, non dal dovere morale.

Viene citato l’esempio del curato d’Ars, che rispose alle critiche sul fatto che le persone affluivano da lui dicendo: “se gli date l’acqua alle pecore le pecore vengono”. Questo illustra che le persone vanno dove trovano quella “voce”.

In conclusione, nessuno può strapparci dalla mano del Padre o dalla cura di questo pastore che ci ama veramente e non ci abbandona mai.

don Fabio Rosini

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