SS. Silvestro e Donnino in Castione Baratti

La chiesa di Castione dei Baratti conserva una doppia titolazione:  san Silvestro vescovo e san Donnino martire, a testimonianza dell’esistenza di due diversi luoghi di culto. Il primo, più antico, risalente all’alto Medioevo, con titolazione a san Donnino; il secondo, sorto in epoca più recente  in relazione con l’espandersi del nuovo centro abitato di Castione, dedicato a san Silvestro.  La chiesa primitiva era quella che oggi è ricordata come oratorio di san Donnino, e sorgeva lontana dall’attuale centro, in località Orio

Non si conosce con certezza l’epoca di costruzione della chiesa attuale; il Capitulum Decimarum del 1230 riporta genericamente una Capelle de Castilliono in pievato di Bazzano, e la stessa definizione è ripetuta nelle decime del 1299.  Dall’Estimo dell’anno 1354, voluto dal vescovo Ugolino Rossi,  si ricava qualche dato in più: la chiesa, sempre in pievato di Bazzano, è ricordata come Ecclesia de Castiono baratorum,  identificando il precedente Castilliono come proprietà della famiglia Baratti. Viene suggerita così l’esistenza del nuovo centro abitato, a valle del castello, che prende il nome appunto di Castione dei Baratti. Se esiste un nuovo centro è presumibile la presenza anche di una nuova chiesa. Il nuovo assetto del territorio organizzato dai Baratti attorno ai loro castelli di Guardasone e Castione, aveva profondamente modificato anche la viabilità, emarginando l’antico centro di Orio, posto a mezza costa sulla destra della Termina, a favore di Trinzola e Castione, sulla sponda sinistra del torrente. L’esistenza del nuovo nucleo di Castione è confermata anche dalla presenza del mulino dei Baratti, di cui rimane il documento di vendita datato al 1433.

Nel Regestum Vetus del 1493 viene ripetuta l’identica certificazione precedente: Ecclesia de Castiono baratorum; è solo nel Catalogus Beneficiorum Civitatis et diocesis Parmae del 1520 che si indica, per la prima volta, la dedicazione: Ecclesia S. Donini de Castiono Baratorum, quam tenet d. Tomas de Buinis, ad Episcopum. Nulla più aggiunge Cristoforo dalla Torre nella Descriptio omnium Civitatis et diocesis parmensis del 1564, mentre la Visita Pastorale di mons. Benedetto Castelli, datata 1579, specifica definitivamente l’esatta dedicazione: Ecclesia Sancti Silvestri seu Sancti Donnini de Castiono Baratorum.

Si può quindi supporre che la chiesa costruita in Castione avesse originariamente mantenuto la dedicazione a san Donnino, come la primitiva cappella di Orio, e solo successivamente, sia stata aggiunta la seconda dedicazione a san Silvestro. Questo deve essere avvenuto nella prima metà del XV secolo poiché nel 1454 Giuliano da Ciola, rettore di Castione, fece erigere nella parrocchiale, già dedicata a San Silvestro, un altare in onore di San Bernardino (il cui culto si andava estendendo nel Parmense), che volle ricco di indulgenze, concesse dal Vicario generale Glusiano.

Dalla Visita pastorale di mons. Castelli si evincono particolari interessanti riguardo le condizioni di questa chiesa: era dotata di una domo parochiali, ma il parroco non vi risiedeva, tanto che dominus Dominicus de Rossellis huius ecclesiae Rector in domo parochiali habitet, ibique cibum capiat, ac dormiat, si non paruerit ex nunc ipsum eadem parochiali ecclesia privatum declaramus, et quatenus opus sit, privamus. I muri interni ed esterni erano grezzi, da qui l’obbligo che parietas ecclesiae interius exteriusque incrustentur et dealbentur anni spatio, e che Imago Sancti Silvestri supra portam ecclesiae ad tres menses pingatur. L’interno necessitava di restauri: Fornix altaris maioris duorum mensium spatio restauretur.  Scarsi erano gli arredi sacri, il fonte battesimale andava sistemato e nulla vi era per la conservazione dei paramenti: armarium ad paramenta conservanda duorum mensium spatio adsit. Vi era ancora la consuetudine di seppellire i defunti all’interno della chiesa, tradizione che viene drasticamente vietata nel corso della Visita: pavimentum ecclesiae, ubi lateribus stratum non est, intra sex menses sternatur, idque non  rumpatur pro mortuis sepeliendis sub poena 25 aureorum Rectori  imposita pro qualibet vice, qua id non observaverit, obbligando ad un cimitero esterno, nel sagrato. La chiesa era dotata di un Beneficio semplice di Santa Maria, eretto per atto del notaio Giacomo Botti nel marzo 1509: Beneficium simplex sub invocatione B.M.V. et S. Silvestri ordinatum per dom. Jacobum de Bottis, receptum per Nicolaum de Fano, de martio 1509.

Nel corso della Visita pastorale di don Nicola Pacchiani, vicario foraneo di Bannone (1628), la situazione appare identica: nessuna delle obbligazioni imposte dalla precedente visita era stata assolta. Inoltre si minaccia la soppressione del beneficio della Beata Vergine se non sarà edificata una apposita cappella con altare.

Nell’Ottocento venne eretto il Beneficio di San Giovanni, ordinato dal dott. Giovanni Bertini, col patronato al Vescovo di Parma e dal Rettore della chiesa di Castione: Beneficium sub titulo S. Joannis ordinatum per dom. doctorem fysicum Joannem Bertini ut in suo testamento 28 septembris 1856. Iuspatronatus Episcopi Parmae et Rectoris Ecclesiae Castioni Barattorum pro tempore.

La chiesa ebbe importanti e radicali restauri nel 1943: fu costruita l’abside, le due cappelle laterali e la modesta cupola sull’altare maggiore, anch’esso nuovo e di marmi pregiati. Per generosità della popolazione di Castione, oltre a questi lavori, venne realizzato il Salone della gioventù a fianco della Canonica, anch’essa risistemata. In questa occasione il vescovo, mons. Evasio Colli, conferì alla chiesa il titolo onorifico di Arcipretura.

La chiesa di Castione dipese sempre dalla parrocchiale di Bazzano; solo il 4 giugno 1676 passò alla nuova plebana di Neviano Arduini, quando quella di Bazzano fu aggregata temporaneamente alla diocesi di Reggio Emilia. Quando Castione, nel 1951, per decreto del Presidente della Repubblica, passò al Comune di Traversetolo, anche la parrocchia, per decreto dell’Ordinario Diocesano, fu unita al Vicariato Foraneo di Traversetolo.

Per opera del parroco don Igino Conti, dal 1953 la chiesa si è arricchita di alcune pregevoli tele ed è stato realizzato lo zoccolo interno in marmo ed esterno in pietra.


 

 

 

 

 

 

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