San Nicolò in Cazzola

Le origini medioevali della chiesa di Cazzola sono ancora visibili nella struttura architettonica della parte absidale esterna, a conci regolari e con archetti ciechi a decoro della fascia terminale. Le prime testimonianze inerenti la presenza di un edificio sacro risalgono al 1230. La chiesa è infatti ricordata tra le cappelle del pievato di Traversetolo nel Capitulum Decimarum Omnium Ecclesiarum del 1230. Ancora nelle decime del 1299 viene confermata come ecclesia de Cazola, all’interno dello stesso pievato, e così pure nell’Estimo dell’anno 1354 sotto l’episcopato di Ugolino Rossi. La sua dedicazione a San Nicolaj appare nel Regestum Vetus ante annum 1493 exaratum, mentre nel Catalogus Beneficiorum Civitatis et Diocesis Parmae, del 1520, si riporta, certamente per errore, Ecclesia S. Mariae de Cazola, quam tenet D. Peregrinus Blanchus e si specifica la collazione vescovile. Nella Descriptio Omnium Civitatis et Diocesis Parmensis redatta da Cristoforo dalla Torre nel 1564 si leggono alcune ulteriori notizie: Ecclesia S. Nicolai de Cazzola, curata, extimata libras 28, ad Episcopum. Vi compaiono due parroci: D. Alexander Ceridellus, che risulta residente, e D. Bernardus de Blanchis. Vi è eretto anche un Beneficio di S. Ambrosii extimatum libras 20, voluto dalla famiglia degli Zambrellos, la cui istituzione est rogata per Zangradum 1459 de mense Iulii die 21. I beneficiari vengono indicati in D. Peregrinus Coradus, D. Nicolaus Coradus. Nel testo redatto in seguito alla Visita Pastorale di Monsignor Castelli, nel 1578, la chiesa di Cazzola appare ben mantenuta; infatti tra le raccomandazioni e gli obblighi non vi sono accenni particolari alla struttura, se non per la mancanza dell’immagine del santo protettore che si sarebbe dovuto far dipingere sulla facciata della chiesa. Internamente appare trascurato l’altare su cui era stato eretto il beneficio di S. Ambrogio; si minaccia il sequestro dei beni se l’altare non fosse stato in poco tempo sistemato e arredato.
Nel 1590 veniva fondato, per volontà di Giovanni Moreno (rogito di Giacomo Rambolini) un secondo beneficio di san Rocco.
Dalla Visita Pastorale effettuata dal Priore di Bannone, don Nicola Pacchiani, nel 1628 si apprende di un restauro con ampliamento della chiesa: si raccomanda infatti che l’altare già anticamente eretto sotto il titolo di san Rocco e sul quale venne in seguito fondato un beneficio, sempre con lo stesso titolo, per volontà dei Pateri di Cazzola e al tempo tenuto da don Joanne Maria de Fusarijs dall’anno 1622, sia trasferito, entro l’anno stesso, nella cappella costruita a tal fine verso la casa della chiesa. Si raccomanda di rifare la pavimentazione della chiesa e di rendere decoroso l’altare dei santi Antonio e Ambrogio, posseduto nel 1628 dal chierico parmense don Donnino Petro de Zambrellis. Si impone inoltre l’apertura sul fronte della chiesa di una finestra affinché l’interno sia più illuminato e di dipingere l’immagine di san Nicola in facciata. Per il cimitero si chiede l’isolamento tramite recinzione per preservarlo dal calpestio degli animali.
Nel 1668 veniva fondata la confraternita della Beata Vergine del santo Rosario, per volontà del reverendissimo Padre Generale dell’ordine dei Predicatori.
Per opera del parroco don Nicola Pacchiani, distinto sacerdote che verrà nominato anche Vicario Foraneo, la chiesa di Cazzola acquisterà il titolo onorifico di arcipretura nel 1692. Nel 1699, lo stesso Pacchiani ospitò per parecchi giorni, presso la canonica, monsignor Giuseppe Olgiati, vescovo di Parma.
Verso la fine del Settecento, in base all’inventario stilato dal parroco don Giambattista Bellosti, la chiesa era dotata di tre altari (il maggiore, quello della Beata Vergine del Rosario e quello di san Rocco colla statua di rilievo, in cui sono eretti due benefici: uno sotto il titolo di Sant’Ambrogio e Sant’Antonio) e di una torre campanaria con due campane, una di pesi venti, l’altra di pesi nove da mantenersi a spese del Comune. L’altare maggiore di legno marmorizato ed in parte velato col Tabernacolo in parte dorato e chiave d’argento… un quadro grande di tela in cui l’Imagine di S. Nicolò in piedi Titolare di questa chiesa, l’Angelo Custode e S. Genesio e S. Agata, cornice marmorizata ed in parte velata, con due angioli intagliati nelli due laterali, due angioli intagliati posti a fianco di detto quadro, di legno. Un Crocifisso di legno, grande, e bello fisso in croce di legno attaccata al muro del santuario, che rappresenta Gesù morto con velo bianco di seta. Un credenzone di noce in coro marcato M.D.B.B. per riporvi sacri arredi…Brazzali due nelle due pillastrate del Santuario, marmorizati e velati… Lapide due di marmo bianco con qualche macchia nelli due muri latterali del Santuario, di due parrochi Nicolò Pachiani ed Andrea Fontana…La capella in cui è l’altare della B.V. del Rosario adornatta di varie stuccature ed angioli di stucco, due collonne con sopra cornici che poggiano sull’altare. Il davanti della mensa di scagliola...La statua della B.V. entro di un’ancona nel muro con cornice di pioppo marmorizata ed in parte velata, con sua vetriata fra le due colonne…L’altare di San Rocco, quasi simile a quello della B.V… Un confessionale di noce lavorato ad intaglio…Un baldacchino di tela pitturata sospeso sopra l’altare maggiore…Due letturini di noce per le messe delli altari, letturini lunghi due per il coro. Stalli dodici nella chiesa di diversi parrocchiani tutti di pioppo, altro stallo per uso del Parroco, di pioppo. Quattro sepolcri, uno per gli uomini, uno per le donne, uno per gli sacerdoti, ed uno per gli bambini…Un credenzone nella sagrestia marcato N.P.F.F. con suoi casetti per riporvi le pianete, di noce e sua chiave, sopra del quale vi è uno scrittorio della medesima lunghezza di noce con cimasa con tre cassetti e suoi sportelli con chiave comune a due ed altra chiave per l’altro, per riporvi gli calici…La porta maggiore di pioppo con fodera di castagna con chiodatura spessa e di testa larga, si chiude al didentro con due catenazzi di ferro e manga di legno…finestre due nella capella della B.V. con ferriate, una ramata, ed una vetriata. Finestre due nella capella di S. Rocco con ferriate… una finestra che illumina il Santuario nel muro della parte dell’epistola con ramata, feriata vetriata…nel muro del Coro, picciola finestrella lunga e stretta cavata in un sasso…un uscio che dalla Sagrestia porta in chiesa, una finestra nella sagrestia, con ferriata…un uscio che mette in sagrestia… Nel cimitero una colonna fatta di quadrelli rottonda con piedestalo quadrato con entro una bacheta di ferro, che non si vede, con sopra una guglietta di pietra e croce di ferro. Sopra la facciata della chiesa una croce di ferro con bandirola.
Canonica
Contigua a questa chiesa evi la canonica la quale è composta di quattro camere ed una cucina, tre con la cucina ad un medesimo piano, e l’altra al disopra, due granai servibili, con sotteranei corrispondenti alle tre camere e cucina con di più un cantinino sottoterra. Un portico che corrisponde dalla chiesa alla canonica…un forno per il pane, una cisterna, un pozzo nella strada.
Fienile
Poco distante dalla canonica vi è un fienile sotto cui una stalla, due altre più piccole per pecore e suini, polleria e portico.
Nel corso dell’Ottocento vennero rifatte la facciata della chiesa, la volta e i due vani anteriori; nel Novecento venne sistemato il piazzale antistante, con fontanella centrale, per volontà di don Francesco Scapatelli.